↑Nel video l'estratto dell'intervento per gentile concessione di Sky Tg24↑
Sky TG24:
"Vado a parlare di dazi, di commercio e di quello che significa anche per noi, per noi italiani, cosa significa quello che stiamo vedendo oggi, queste decisioni continue da parte dell'amministrazione americana. Ne parlo con Lucio Miranda, presidente di Exportusa.
Oggi, per esempio, il Sole 24 Ore, con una bellissima analisi, spiega che come automotive, componenti automotive, quello americano è il primo mercato extraeuropeo per noi, cioè una piazza importantissima, quindi è ovvio che vai a ferire un interscambio che è molto importante per noi. Come ci si aggiusta, come funziona in queste situazioni, secondo lei, Miranda?"
LM:
"La prima cosa da dire è che, nuovamente, in totale stile Trump, da qui al 4 marzo le cose fanno in tempo a cambiare altre 4-5 volte. E fino ad ora, a parte il 10% iniziale sulla Cina, non sono stati ancora imposti dazi aggiuntivi.
Tra l'altro, con la Cina, visto il divario, il vantaggio di costo della Cina, un 10% di dazi incide proprio poco, quindi non la vedo problematica. Direi che la cosa andrebbe vista in termini di elasticità della domanda al prezzo ed esistenza o meno di prodotti sostitutivi fatti in America, prontamente disponibili. Non sono sicuro che esistano, quindi ecco perché alla fine questa situazione non sono sicuro che crei un calo della domanda.
Per esempio, prendiamo l'alluminio. Il 70% dell'alluminio che viene usato nelle produzioni americane viene importato, la maggior parte dal Canada. E tra l'altro poi l'America ha una bassissima capacità di trasformare il minerale in metallo, quindi non ci sono alternative: o lo importi, o lo importi, perché non hai neanche la capacità di produrlo."
Sky TG24:
"Ho letto anche di avvocati importanti anche in Italia che dicevano, ma come? Macron è andato negli Stati Uniti a fare questa missione e Trump il giorno dopo annuncia dazi, ironicamente. Come dire, è bella la missione di Macron se ci ha messo i dazi il giorno dopo. La domanda è, c'è ancora spazio per cui questi dazi non siano posti sotto l'egida dell'Unione Europea, ma magari che con Italia, Francia e Spagna si adottino degli atteggiamenti diversi?
Miranda, chiedo un parere anche a lei sull'atteggiamento differente nei confronti dell'Italia."
LM:
"Anche noi crediamo che sarebbe sicuramente possibile, anzi lo ha anche dichiarato Trump, che i dazi potrebbero essere applicati in maniera differente paese per paese, che poi la reazione dell'Europa possa essere comune, certo, però comunque l'intenzione dell'amministrazione Trump è sicuramente quella di dividere e di andare poi a negoziare paese per paese e applicare poi eventualmente i dati in maniera differenziata a secondo di quello che ha ottenuto da ciascun paese, però ripeto, da qui al 4 marzo o da qui al 2 aprile, perché poi ancora non si riesce a capire quali siano le vere date, le cose fanno in tempo ancora a cambiare diverse volte."
Sky TG24:
"Certo che questo lo trovo molto interessante, chissà che cosa potrebbe scatenare all'interno dell'Europa che comunque per esempio per l'Italia rimane uno dei principali mercati di esportazione, francamente fatico proprio a capire come questo potrebbe avvenire, però molto interessante ascoltarvi perché questa è un'ipotesi, mi potete dire qual è in questo momento la più grande sfida che state vedendo?"
LM:
"Quello che ci preoccupa al momento è la situazione del debito pubblico americano perché non se ne parla, rimane un po' sotto traccia e stiamo aspettando il momento in cui invece scatti, perché il problema del debito pubblico americano è che è talmente alto e ci sono talmente tanti treasure da rifinanziare perché sono stati emessi a breve in passato, esiste un problema di quantità e questo lo vediamo come problema sullo sfondo del paper di Stephen Miran del novembre scorso che è abbastanza preoccupante."
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