Esportazione droni dagli USA

Lo spunto per questa notizia oggi proviene da un caso di esportazione dagli Stati Uniti invece che dai tradizionali esempi di realtà che decidono di esportare negli Stati Uniti.
 

La notizia

Risale infatti ad appena due giorni fa la notizia che il governo degli Stati Uniti ha varato un piano d’azione per l’esportazione di droni, anche armati, e ha iniziato a pianificare una collaborazione con altri Paesi per definire standard globali per l’utilizzo di tali controverse armi. In particolare, nei piani del Dipartimento di Stato, l’esportazione dagli Stati Uniti di droni letali deve passare attraverso un programma governativo e gli Stati di destinazione devono sottoscrivere certe garanzie di utilizzo finale.
 

Aeromobili a pilotaggio remoto

Un drone, ufficialmente noto come “aeromobile a pilotaggio remoto” (APR) è un velivolo caratterizzato dall’assenza del pilota umano. Il volo viene invece controllato dal computer localizzato a bordo del veicolo mediante controllo remoto di un navigatore situato sul terreno o in un altro veicolo. È importante sottolineare che, nonostante la risonanza mediatica, tali droni non sono progettati esclusivamente per l’azione militare, anzi: dei 439 droni venduti sul mercato 

internazionale, solo 11 erano armati. Le previsioni per il futuro suggeriscono infatti che sempre 
più aspetti della nostra vita potranno essere agevolati dall’utilizzo di questi droni: gli impieghi di simili prodigi della tecnologia durante azioni militari potranno essere già noti e permettere di evitare perdite umane, ma in ambito civile il loro utilizzo è in forte crescita in sostituzione 
del lavoro dell’uomo in compiti ripetitivi o pericolosi.
 
Frutto di un processo di ricerca e innovazione che ha mosso i primi passi all’inizio del secolo

scorso, il drone è un veicolo incredibilmente complicato a causa sia delle elevate prestazioni richieste sia alla difficoltà generate dal controllo remoto. Uno sguardo all’immagine a destra è sufficiente a restituire un’idea del gran numero di componenti del corpo principale di un drone, i quali a loro volta sono il risultato di altri processi industriali di alta precisione. A fronte di tale complessità, il costo di uno di questi veicoli è molto elevato, al punto che i clienti sono rappresentati principalmente dai governi nazionali.
 

Perché può essere un'opportunità

L’apertura dell’economia americana all’esportazione fa presagire un sostanziale incremento nei livelli di produzione di droni. Questo apre interessanti opportunità di vendita per le imprese italiane operanti nel settore industriale e in quello della meccanica di precisione, data la reputazione di qualità e innovazione che queste possono vantare nel mondo del B2B. Del resto, gli Stati Uniti sono già oggi il primo mercato di destinazione per macchine e macchinari prodotti in Italia, come abbiamo visto qualche giorno fa. Inserirsi nella Supply Chain dei produttori di droni o dei loro componenti può essere quindi la soluzione estera al ristagno della domanda interna. 

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