22 Gennaio 2021
Guida ai cocktail e ai drink alcolici di tendenza in America nel 2021
Aprire un cocktail bar a New York e in America: Le tendenze del mondo delle bevande alcoliche nel mercato Americano
Pochi minuti prima delle sette, in un freddo lunedì sera di gennaio, una lunga coda di persone si dispone in fila lungo le scale che conducono al seminterrato di un bar nell'East Village, a Manhattan. All'interno, le luci si attenuano, i barman si muovono con fare sicuro dietro al bancone, preparando gli ingredienti destinati alle ricette delle bevande presenti sul menù, che includono cocktail artigianali, rosé frizzante e un’IPA alla spina. Ma a differenza di tutti gli altri bar del quartiere, i clienti di questo locale possono bere tutta la notte senza ubriacarsi: niente sul menù contiene una sola goccia d’alcol.
Quando Lorelei Bandrovschi ha aperto il Listen Bar, un pop-up in grado di offrire l'atmosfera di un bar lounge alla moda servendo unicamente cocktail analcolici, ha scoperto che esisteva un ingente numero di persone in linea con questa tendenza. Il menù è stato realizzato con la collaborazione di barman talentuosi del calibro di Jack McGarry (del Dead Rabbit), Pamela Wiznitzer (del Seamstress) e Aaron Polsky (dell’Harvard & Stone) e completato con una guida per le intolleranze alimentari. "Gli scettici direbbero, ‘Qual è il prossimo passo, un ristorante senza cibo?’", ha dichiarato la Bandrovschi alla rivista Fortune. Ma è stata la grande risposta di pubblico a dimostrare che il suo concept è stato compreso appieno.
Dopo il pop-up di cinque giorni a Williamsburg, lo scorso anno, il Listen Bar ha organizzato serate-evento alcol free ogni lunedì del mese di gennaio, durante il fenomeno noto come “Dry January” (gennaio “a secco” di alcol). Con l’idea alla base di disintossicarsi dai bagordi natalizi.
Visto l’enorme successo riscosso dal locale durante questa iniziativa, la Brandrovschi crede fortemente che il Listen Bar avrà vita oltre il 31 gennaio, e ha deciso di avviare una campagna di crowdfunding con l’obiettivo di dare al suo concept una dimora permanente.
E non è l'unica a vedere il grande potenziale in questo nuovo modello di consumo delle bevande in America, che punta sulle bevande alternative a quelle alcoliche. In una cultura dove l’alcol è sempre stato centrale nelle occasioni di svago il mercato sta muovendo i primi passi per sganciarsi dall’uso (e abuso) dell’alcol, e soprattutto, dai suoi effetti collaterali.
Secondo Technomic - una società di ricerche di mercato che si occupa di ristorazione – il fatto che il nuovo trend stia prendendo piede nel settore hospitality è dimostrato dal numero di voci "mocktail" (cocktail analcolici) sul menù, che ha subito un incremento del 13% nella prima metà del 2017, rispetto al dato dello stesso periodo del 2016. Da quando un maggior numero di aziende produttrici di birra e alcolici sono salite sul carro dei soft drink gli stessi bar-tender sono in grado di creare cocktail di qualità superiore avendo a disposizione un’ingredientistica molto più ricca su cui lavorare.
La crescente popolarità del Dry January è uno dei fattori che alimentano sia l'interesse verso il movimento del mindful drinking che promuove il divertimento senza alcol, sia il consumo di cocktail analcolici di alta qualità. E a tal proposito gli esperti di settore riferiscono che c'è ancora molto lavoro da fare. La domanda di prodotti realizzati con ingredienti di migliore qualità, in grado di apportare più sostanze nutritive, è in forte crescita. È giunto il momento di ripensare non solo alla composizione dei prodotti come snack e soft drink, ma anche a ciò che viene versato nel bicchiere da Martini.
Nel frattempo, un movimento culturale sempre più attento al benessere e al "self care" sta spingendo molti americani a stare lontani dal consumo smodato di alcol e a farli riflettere su comportamenti che sono normalizzati dalla pubblicità e dalla società, a lungo promossi dai produttori alcolici. Da una parte vengono create occasioni per ripensare al proprio rapporto con l'alcol, dall’altra si vogliono soddisfare le esigenze di una particolare categoria di consumatori, coloro che per motivi religiosi o di salute o semplicemente perché preposti alla guida non possono bere alcol. Marnie Clark, fondatrice della National Mocktail Week, afferma che fornire alternative a coloro che scelgono di non bere superalcolici significa agire per "la comunità e l'inclusione".
Naturalmente, per le aziende, si tratta soprattutto di profitti. Nell'industria della birra il passaggio alle birre analcoliche è stato alimentato dalla necessità di trovare nuove fonti di guadagno: negli ultimi due anni la quantità di alcol consumata negli Stati Uniti è diminuita in gran parte a causa della diminuzione delle vendite di birra. E così, da quest’anno, Heineken ha immesso sul mercato americano la sua birra analcolica - Heineken 0.0.
Nel frattempo Anheuser Busch InBev, azienda produttrice di Budweiser, ha annunciato un'altra birra analcolica in uscita questo mese. La società prevede di incrementare lo sviluppo di questi prodotti fino al 20% del portafoglio dell’azienda entro il 2025 (è dello scorso anno la nomina di un direttore del settore bevande analcoliche). Alcuni birrifici artigianali, come Athletic Brewing, si concentrano esclusivamente sulla produzione di birre alcol free. La Bandrovschi, che al Listen Bar serve l'IPA di Athletic, ha affermato che questa birra al palato ha lo stesso sapore delle birre alcoliche, tanto che i suoi clienti si sono accorti che non era una normale birra solo dopo la terza ordinazione.
Nel 2016 il brand Curious Elixirs ha raccolto fondi attraverso una platea di investitori su Kickstarter per introdurre sul mercato i propri cocktail analcolici artigianali. Secondo il fondatore John Wiseman, da allora la domanda "sta aumentando a ritmi incalzanti" e l'azienda ha visto un incremento delle vendite di 10 volte l'anno. Mentre sul mercato degli Stati Uniti la promozione delle offerte analcoliche è agli esordi, lo spostamento delle preferenze è già più evoluto in Europa, in particolare nel Regno Unito: sono stati 4,2 milioni i britannici che hanno dichiarato di aver partecipato ai 31 giorni di astensione secondo un sondaggio YouGov.
Ben Branson, fondatore del marchio di distillati analcolici Seedlip (a base di piselli), ha lanciato il suo prodotto nel Regno Unito nel 2015. Dopo l’Inghilterra il brand ha debuttato negli Stati Uniti, commercializzato come "il primo distillato non alcolico al mondo", confermando un successo di vendite che si è esteso poi a livello mondiale, e che si posiziona come un prodotto di tendenza, proposto da bar e ristoranti anche famosi e di lusso.
"Solo negli ultimi nove mesi sono stati lanciati in questo segmento di mercato 40 nuovi prodotti", afferma Branson. Ci si aspetta che le proposte analcoliche continueranno ad aumentare e innovare questo settore, visto ’"il grande fermento" che sta vivendo il comparto alcol free. Diageo ha acquisito una quota di minoranza in Seedlip nel 2016, il primo investimento in un prodotto analcolico per la più grande azienda di superalcolici al mondo, creatrice di etichette quali Smirnoff, Johnnie Walker e Don Julio.
Da allora nel Regno Unito si sono viste aziende come Ceder (ideatrice del primo gin analcolico), trovare un accordo di distribuzione e marketing con Pernod Ricard, casa madre di brand storici come Absolut e Jameson; il marchio Stryyk introdurre lo scorso anno sul mercato inglese rum, gin e vodka alcol free (al momento completamente sold out sul sito); o il brand Caleño ideare un nuovo distillato analcolico, che appena lanciato in America a inizio gennaio ha già conquistato il primo posto nella classifica dei “five of the best non-alcoholic spirits”.
"Non penso sia importante il motivo per cui una persona sceglie l’astensione da alcol", ha dichiarato Branson, "ciò che conta è poter ordinare qualcosa che sia all’altezza: una bevanda analcolica che sembri alcolica, considerata a tutti gli effetti un drink da adulti. Allo stesso modo in cui, oggi, si può ottenere un ottimo pasto vegetariano".
Per il fondatore di Seedlip, la più numerosa partecipazione al Dry January e ai suoi equivalenti, quali “Sober October” (ottobre sobrio), “Dry July” in Australia e “Tournée Minérale” in Belgio, rappresenta un chiaro segnale di quanto le persone prestino maggiore attenzione alle proprie abitudini del bere. "Non so se questi mesi saranno ancora in voga tra 10 anni", ha affermato "ma di certo sono in atto grandi trasformazioni culturali legate alla salute e al benessere”. I MIllennials negli Stati Uniti, sono molto più informati rispetto alle generazioni precedenti riguardo agli effetti sul loro organismo dei prodotti alimentari che consumano, ed è per questo che bevono meno e cercano alternative più salutari”.
E così, mentre l’offerta al bar esplode di cocktail analcolici al costo di $ 11, la Bandrovschi annuncia il nuovo live motive delle serate newyorchesi: "prendersi cura di sè è il nuovo rock and roll". "Per me il punk rock e il rock and roll, oggi, incarnano la controtendenza di fare ciò che è giusto per se stessi", ha affermato. "Uscire e divertirsi, senza dover necessariamente bere, è l'atto punk rock di scegliere te stesso."
Aprire un cocktail bar a New York e in America: Le tendenze del mondo delle bevande alcoliche nel mercato Americano