15 Marzo 2021
Servizi di consulenza sulla fiscalità internazionale per gli Stati Uniti
Negli Stati Uniti la dimensione internazionale della fiscalità d'impresa ha regole sue proprie completamente diverse da quelle vigenti in Italia.
In questa intervista Gaia Scalini, Senior Manager - Tax and Accounting at ExportUSA New York, Corp., condivide preziose informazioni sulle domande, i dubbi e le difficoltà che le aziende italiane affrontano quando si trovano ad operare negli Stati Uniti.
Dalla comprensione delle normative locali alla gestione della fatturazione, fino alla pianificazione fiscale e al rispetto delle scadenze, ExportUSA si presenta come un partner strategico per le imprese che vogliono entrare con successo nel mercato americano. Facendolo bene.
Scopri come il team di ExportUSA affronta il dualismo tra la rigidità delle regole italiane e la flessibilità del sistema americano, fornendo supporto pratico e consulenza per evitare errori che potrebbero costare caro. Un approfondimento indispensabile per chi vuole fare affari negli USA mercato in modo efficiente.
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Lucio Miranda:
Gaia Scalini è la persona che all'interno di Exportusa dirige il dipartimento che si occupa di tutto ciò che ha a che fare con accounting, contabilità, dichiarazione dei redditi, rapporti con il fisco americano e tutte queste materie.
Oggi con lei parliamo di quali sono le tematiche principali che le aziende italiane esprimono quando contattano Exportusa per questioni di questo genere.
Gaia, ti domando, tipicamente cosa cercano le aziende italiane che vengono da noi?
Gaia Scalini:
Il cliente solitamente ci contatta riguardo ai servizi di contabilità e fiscalità dopo aver aperto la propria filiale americana. Dal primo contatto ci rendiamo conto che l'azienda italiana è spaventata da tutto quello che riguarda la tematica fiscale statunitense. Cercano in noi una figura che possa affiancarli in tutto ciò che riguarda la compliance contabile, amministrativa e fiscale della propria società americana.
Lucio Miranda:
Secondo la tua esperienza, quali sono le criticità che l'azienda italiana normalmente esprime quando ti contatta per la prima volta per parlare di contabilità, accounting, tasse, ecc.?
Gaia Scalini:
Il mantra del nostro dipartimento è quello di essere molto operativi, molto pratici, quindi molto spesso il primo scoglio che incontra l'azienda nostra cliente è quello della fatturazione. Banalmente il cliente arriva da noi chiedendoci come emettere la fattura, se c'è un formato obbligatorio o un numero obbligatorio, domande molto pratiche che hanno origine in quella che è la rigidità del sistema italiano e che noi comprendiamo in quanto conosciamo molto bene sia le dinamiche italiane che le dinamiche americane. In quel senso lì noi li guidiamo non solo nel pratico, nel come impostare una fattura americana, come emetterla, quando emetterla, ma soprattutto li guidiamo in tutto ciò che riguarda la tassazione legata all'emissione della fattura, quali tasse devono applicare, quando le devono applicare, quale tipo di domande devono porre ai propri clienti.
L'altra domanda che spesso ci pongono è quella relativa alle scadenze fiscali; in questo senso noi ci occupiamo di tutti gli adempimenti fiscali sia legati alla tassazione sul reddito che legate a imposte indirette come sales taxes, withholding taxes e tutti gli altri adempimenti fiscali statunitensi. Le scadenze fiscali sono diverse negli Stati Uniti rispetto all'Italia, hanno logiche diverse e per questo il cliente ha bisogno di essere accompagnato passo dopo passo nel garantire alla propria società di essere in linea con le scadenze fiscali.
Lucio Miranda:
Adesso ti vorrei fare la stessa domanda provocatoria che ho fatto ad alcune imprese, che era questa: come ti spieghi che arrivi dall'Italia in un sistema dove esiste un'Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza, per cui dovresti essere già abituato e rigare dritto, poi arrivi in America e vedo che invece tratti l'argomento contabilità, tassazione, tax return, con un po' di leggerezza? Come te la spieghi questa cosa?
Gaia Scalini:
I nostri clienti si dividono in due gruppi molto distanti uno dall'altro: c'è un gruppo che è estremamente rigido e resta estremamente rigido anche nella contabilità americana perché è abituato alle logiche fiscali italiane. Esiste poi un altro gruppo invece di soggetti che effettivamente entrano sul mercato americano e abusano della flessibilità che il sistema americano ci concede e su questo noi per esperienza sappiamo di dover essere molto attenti e di dover educare il cliente a non abusare della flessibilità che il sistema consente.
Ciò accade perché, a mio avviso, vedendo che il sistema americano permette una flessibilità a partire dalle cose operative (faccio un esempio: il poter modificare una fattura senza doverla stornare) fa sì che nella mente del cliente si crei l'idea che allora negli Stati Uniti tutto è permesso.
In questo senso, è proprio un abusare di quella flessibilità. Ciò che dobbiamo fare qui è trarre beneficio dalla flessibilità (quindi non essere chiusi, incatenati nella rigidità a cui invece il sistema italiano ci abitua) ma dall'altra parte stare molto attenti perché può essere un'arma a doppio taglio, perché è vero che gli Stati Uniti danno flessibilità su molti temi e lo fanno per incentivare il business, ma allo stesso tempo sono estremamente rigidi, ad esempio su tutto quello che riguarda le scadenze fiscali, le dichiarazioni dei redditi o determinati form.
Il cliente quindi cerca di sfruttare questa grande flessibilità degli Stati Uniti abusandone, arrivando ai casi estremi di quelli che pensano di poter far tutto senza alcuna regola.
Lucio Miranda:
Condivido tutto. E' vero, in America c'è molta flessibilità rispetto al sistema italiano, le cose sono diverse, funzionano in maniera diversa, ma allo stesso modo le sanzioni sono pesanti e scattano come una tagliola.
Gaia Scalini:
Quindi da un punto di vista fiscale il fisco americano è molto rigido, quando trattiamo invece di contabilità c'è effettivamente molta più flessibilità rispetto al sistema italiano. Basti pensare che negli Stati Uniti non c'è obbligo di emissione fattura, questo è un po' emblematico della flessibilità, io non sono obbligato a emettere una fattura nella misura in cui io sto riportando correttamente i miei ricavi.
Lucio Miranda:
Esatto, ovviamente è vero che non sono obbligato a emettere la fattura, ma non emettere la fattura è la strada migliore per andare a sbattere in pochi mesi, quindi consigliamo di emettere la fattura.
Negli Stati Uniti la dimensione internazionale della fiscalità d'impresa ha regole sue proprie completamente diverse da quelle vigenti in Italia.
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