L'IMPATTO DELLE NUOVE GENERAZIONI
In America è boom dell'usato in tutti i segmenti della moda
Vintage e di seconda mano: come cambierà nei prossimi due anni il fashion resale in America
Il mercato degli abiti usati durante la pandemia è cresciuto ancora di più e adesso sta attirando anche i marchi di lusso, che hanno capito che questo è il momento migliore per economizzare le richieste dei loro vestiti tra i rivenditori del vintage. Non solo. - Sono molti i marchi di lusso che stanno valutando l'idea di creare spazi in boutique dedicati all’usato, che si collocano accanto a collezioni nuove di zecca - afferma Stephanie Crespin CEO di Reflaunt (azienda che si occupa di forniture di tecnologie applicate ai servizi di resale) - anche se questa operazione sta impiegando molto più tempo del previsto. Questi esperimenti sono ancora agli esordi. I clienti di Balenciaga, ad esempio, possono riportare gli articoli firmati usati in negozio, ma non possono ancora acquistare capi o accessori in store - continua Crespin. - Se è vero che gli item di prima mano sono in perfette condizioni, è anche vero che ogni articolo di seconda mano è unico. E non potendo sapere come è stato conservato o curato, il cliente dell’usato corre il rischio dell’incognita della durata del prodotto. La sfida per i marchi del luxury sarà come definire le aspettative dei consumatori e offrire loro un'esperienza coerente sui prodotti che comprano. - In un mondo ideale, dovresti ricevere un preventivo immediato e il marchio ti dovrebbe accreditare il denaro immediatamente sul conto, garantendo così il valore della rivendita. Ma ciò implica un client advisor che abbia tanta esperienza nel mercato e nella moda, poiché non è ancora possibile automatizzare questa operazione. - Il marchio britannico Toast sta testando alcune soluzioni creative. A seconda delle condizioni del prodotto, gli articoli usati restituiti dai clienti vengono riciclati attraverso programmi di riutilizzo che permettono o di rimetterli a nuovo per la vendita, o di riciclarli in co-lab con designer emergenti. Ma iniziative come questa richiedono molto tempo e lavoro e diventa difficile rendere questo progetto scalabile.
Negli Stati Uniti, a rendere più semplice il settore second -hand ci pensa Arrive: una startup di tecnologia e logistica inversa che alimenta il commercio circolare per i marchi e i rivenditori più innovativi del mondo – Per Arrive, oltre ai negozi e all’ecommerce, saranno il resale e il commercio circolare la terza gamba dello sgabello, - afferma la co-fondatrice e CEO Rachelle Snyder. Negli Stati Uniti, i rivenditori si aspettano che 761 miliardi di dollari di prodotti acquistati nel 2021 vengano restituiti dai consumatori, secondo la National Retail Federation e Appriss Retail. - Quell’enorme flusso di merci va gestito, conclude Snyder.
Dick's Sporting Goods ed Eddie Bauer sono i primi a testare il servizio di logistica dei resi di Arrive nel settore second hand, anche se Snyder afferma che presto verranno annunciati nuovi partner di grandi firme. L'obiettivo finale è ridurre gli sprechi e Snyder afferma che Arrive è in grado di ottimizzare l’intero processo, in primis per ridurre il numero di resi. - Il nostro magazzino divide la merce restituita tra nuova e non nuova, - spiega. - Gli articoli in buone condizioni vengono scansionati, rimessi a nuovo ed inseriti in un sito web dedicato, o eventualmente possono essere integrati nell’ecommerce dello stesso brand, consentendo ai consumatori di scegliere tra articoli nuovi o usati direttamente dall'ecommerce del marchio. Il tutto deve essere integrato nel flusso già esistente. In un mercato avanzato come quello Americano, nessuno vuole andare in tre posti diversi per il noleggio, la rivendita e i nuovi acquisti.
Nel febbraio 2021, Vestiaire Collective ha lanciato un programma denominato Brand Approved collaborando con lo stilista Alexander McQueen, co-fondatore di questo progetto pionieristico. Obiettivo comune, quello di trovare nuovi metodi per consentire ai prodotti di alta moda di durare nel tempo. In pratica, un rappresentante di Alexander McQueen aveva contattato un gruppo selezionato di clienti del brand per valutare il prezzo di loro capi o accessori second-hand. Se ritenuti idonei, veniva assegnato agli item un prezzo di riacquisto. Gli articoli venivano autenticati direttamente da Alexander McQueen, e il cliente avrebbe ricevuto una nota di credito con cui poter acquistare nuovi articoli in determinate boutique Alexander McQueen. Vestiaire Collective, dopo aver elaborato i pezzi, assegnava a ciascun prodotto un cartellino NFC, che dava ai potenziali nuovi acquirenti accesso alle informazioni in grado di confermarne l'autenticità. Articoli naturalmente disponibili all'acquisto sulla pagina dedicata all'iniziativa Brand Approved su app e sito di Vestiaire Collective. - Speriamo che molte case di moda seguiranno questo esempio, poiché per avere un impatto su larga scala dobbiamo agire collettivamente, - avevo sostenuto in una dichiarazione il CEO di Alexander McQueen, Emmanuel Gintzburger. Un mese dopo, Vestiaire Collective ha chiuso un round di finanziamento da 178 milioni di euro, sostenuto da Kering, il marchio proprietario di Alexander McQueen e dalla società di investimento Americana Tiger Global Management, con il presidente e CEO François-Henri Pinault. Pinault ha poi affermato che - i destinatari principali della piattaforma sono Millennial e Gen Z in America. Piuttosto che ignorare questa tendenza, il nostro desiderio è cogliere questa opportunità.
Anche l'autenticazione dei prodotti in tempo reale è un punto già all'ordine del giorno. Il World Economic Forum sta lavorando con Vestiaire Collective, Evrythng (società di identificazione digitale) e Ralph Lauren per sviluppare una piattaforma digitale che colleghi diverse e-commerce di rivendita, in modo da decretare il prezzo di mercato di un prodotto e da autenticarlo immediatamente, in modo simile a come in un negozio è possibile collegare un unico terminale POS a più conti correnti. Poiché il WEF è un'organizzazione no profit, i suoi risultati saranno tutti open source, per dar modo ad altri player del mercato Americano di creare una versione commerciale dal suo progetto pilota e intercettare così più partnership. - Stiamo cercando di identificare quali sfide competitive dovrebbero essere affrontate nel mercato dell'usato del lusso, ma che nessuno è in grado di vincere autonomamente, - spiega Ian Cronin, community curator presso il 'World Economic Forum'. Cronin afferma anche che - il nuovo sistema farebbe risparmiare ai grandi attori del resale tempo, denaro ed emissioni di trasporto, limitando il numero di volte in cui ogni articolo deve essere autenticato tra i proprietari. L'unico limite per questo sistema di gateway può essere la necessità da parte dell'utente di avere un qualche tipo di tracciabilità digitale nella catena di fornitura. E Cronin ha così insistito sul fatto che - Più partner progettano le loro piattaforme di rivendita in modo inter-operativo, maggiori sono i potenziali vantaggi per l'intera economia della rivendita in America.
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