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I consumatori della generazione Z sono un segmento demografico molto importante per chi ha un business negli Stati Uniti. Nati dopo il 1996, i più giovani di loro hanno varcato la soglia dei 25 anni. I motivi principali per cui è vitale attrarre i consumatori Gen Z verso di sé sono tre:
Ciò si traduce in maggiori opportunità di marketing digitale per le aziende negli Stati Uniti. Eppure, la Gen Z americana è stata associata a una serie di stereotipi troppo rigidi e che potrebbero danneggiare chi ha intenzione di sfruttare al massimo il potere di acquisto dei giovani consumatori sul mercato USA. Per le aziende italiane, comprendere i consumatori americani della Gen Z significa mettersi nella posizione migliore per sfruttare le opportunità del mercato e costruire un futuro negli Stati Uniti.
Quanto sono veri gli stereotipi sui consumatori Gen Z americani? Noi di ExportUSA abbiamo voluto mettere in evidenza alcuni dei miti associati a questa generazione per sfatarli e per aiutare le aziende italiane a crescere negli Stati Uniti.
È vero che la generazione Z americana è una generazione digitale. Per questi consumatori la scelta di acquistare online è dettata dalla facilità di utilizzo delle piattaforme di e-commerce e dal fatto che con il commercio elettronico si può avere subito il prodotto che si cerca, confrontandolo con prodotti simili in poco tempo. Tuttavia, l’esperienza fisica è ancora irrinunciabile per i giovani consumatori degli USA. Nonostante il loro status di nativi digitali, l’81% della Gen Z americana afferma di preferire gli acquisti in negozio agli acquisti online per queste ragioni:
Ciononostante, per molti consumatori americani sotto i venticinque anni la scelta di fare shopping in negozio sarà sempre più condizionata dalla disponibilità di tecnologie che semplificano il processo di acquisto nei negozi Brick-and-Mortar.
Da qui sorge una domanda: come cambierà il rapporto tra punto vendita fisico ed e-commerce negli Stati Uniti? Di sicuro assumerà maggiore importanza il fattore accessibilità. Infatti, con l’ausilio del digitale i consumatori potranno creare esperienze di acquisto personalizzate anche offline.
Affermare che i consumatori della Gen Z hanno lo span attenzionale più basso di sempre è semplicemente falso. Basti dire che la piattaforma preferita dai giovani consumatori degli USA è YouTube, e i video su YouTube durano in media 11,7 minuti (!) L’attention span di 8 secondi è dunque un mito, e dipende dal carattere del singolo consumatore. Molti Gen Z americani che utilizzano TikTok amano guardare video lunghi perché possono ottenere più informazioni sui prodotti che intendono acquistare. Allo stesso tempo, fare marketing su TikTok negli Stati Uniti resterà un ottimo modo per far conoscere le aziende italiane alla Generazione Z. In fin dei conti si tratta di marketing: i brand che vendono in America devono essere in grado di offrire ai consumatori contenuti che possono consumare sia mentre fanno colazione sia durante un breve viaggio in metropolitana.
I consumatori che acquistano capi di abbigliamento negli Stati Uniti adottano due comportamenti di consumo convergenti.
La coscienza ambientale ha avuto un forte impatto sulle abitudini di acquisto di milioni di giovani consumatori americani che oggi guardano i trend da una prospettiva di durabilità.
Ciò significa che lo stereotipo del consumatore Gen Z che acquista solo da Zara e H&M è falso. Piuttosto, i brand di moda che vogliono vendere negli Stati Uniti devono capire che i microtrend e lo slow fashion possono coesistere: per la generazione Z non c’è nulla di male nell’incorporare trend passeggeri nel proprio stile se quei capi potranno essere utilizzati per molto tempo. L’importante è proporre collezioni di moda con pezzi sostenibili ma di tendenza, e se i capi sono pre-loved la possibilità di conquistare questa nuova generazione di consumatori americani sarà concreta.
Per vendere con successo negli Stati Uniti non basta più mettere qualche foto dei propri prodotti su un sito web. I consumatori della Gen Z premiano i brand con un contenuto, vogliono acquistare da aziende con una storia e con un perché, che hanno valori allineati ai loro. Inoltre, i Gen Z americani sanno usare molti strumenti tecnologici, fatto che può condizionare molto il volume di vendita di un’azienda sprovvista di un sito ecommerce o di un profilo social.
Infine, prima di entrare sul mercato americano è necessario ridefinire il brand in termini di apertura. Ciò significa dimostrare al consumatore della generazione Z che si trova di fronte a un’azienda “people first”, che mette cioè al primo posto la comunità, le sue opinioni e la sua rappresentazione. Considerato che il 72% dei Gen Z americani ha più probabilità di acquistare dai brand che segue sui social [Fonte: National Retail Federation] si tratta di un obiettivo prioritario da cui dipenderà la buona riuscita di qualunque nuovo business italiano negli Stati Uniti.
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