Servizi per l'export
Aprire una società in USA
ExportUSA apre società di diritto statunitense in tutti gli stati dell'America. Possiamo aprire sia LLC che Corporation
“We the People of the United States, in Order to form a more perfect Union, establish Justice, insure domestic Tranquility, provide for the common defence, promote the general Welfare, and secure the Blessings of Liberty to ourselves and our Posterity, do ordain and establish this Constitution for the United States of America.”
Dal Preambolo alla Costituzione degli Stati Uniti d'America
“We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.”
Dalla Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d'America
Non crediamo che ci siano altri stati al mondo che abbiano posto nero su bianco a fondamento della propria lotta per l'indipendenza “il diritto a perseguire la felicità” come appunto hanno fatto i firmatari della Dichiarazione di Indipendenza, adottata dal Continental Congress delle tredici colonie americane del tempo il 4 Luglio del 1776.
Dal canto suo, la Costituzione Americana, entrata in vigore il 4 Marzo del 1789, con il Primo Amendamento sancisce il divieto di proibire il diritto di parola, la libertà di stampa, l'esercizio della religione [sganciata dallo Stato] e il diritto di manifestazione pacifica, mentre il Quarto Amendamento assicura che i cittadini non possano essere soggetti ad atti di polizia arbitrari. Per finire, la Costituzione enumera tra le attività principali del Congresso quella di promuovere le scienze e le arti per mezzo di quello che nei giorni moderni è diventato il diritto di marchio e di brevetto.
La storia degli Stati Uniti parte da lì e si sviluppa come poi tutti sappiamo. Una Costituzione molto preoccupata dei diritti dei cittadini e della libertà in genere e di assicurare che si creino e siano protette le condizioni perchè ciascuno possa agire liberamente alla ricerca della propria felicità. Al di là dell'opinione che ognuno è libero di avere sui fatti storici e politici che si sono susseguiti nel tempo, e che hanno coinvolto gli Stati Uniti, è innegabile che gran parte del dibattito politico-sociale che ha animato gli Stati Uniti in tutti questi anni sia incentrato sulla libertà e sulle forme della libertà: dall'abolizione della schiavitù, al movimento per i diritti civili, alle decisioni della Corte Suprema in tema di libertà di parola, di separazione tra Stato e Chiesa, di ammissibilità delle prove in giudizio quando siano stati violati certi diritti dell'accusato... molto dello sforzo intellettuale degli Stati Uniti è dedicato all'analisi dei fenomeni sociali attraverso il prisma delle libertà e dei diritti personali garantiti dalla Costituzione.
Non ci illudiamo che gli Stati Uniti siano il paese perfetto e la democrazia per eccellenza.
Come ogni paese ha le sue contraddizioni. Ma, a credito degli Stati Uniti, va detto che la discussione è sempre viva, di Amministrazione in Amministrazione è un dibattito che non si spegne mai pur con i suoi alti e bassi.
Quello che a noi interessa in questa sede sono i risvolti pratici su società ed economia del portato storico-culturale statunitense. Il fatto che gli Stati Uniti come nazione nascano con questa forte tensione alla libertà e ai diritti dell'individuo ha delle conseguenze pratiche per un'azienda italiana di Modena, ad esempio, che vuole esportare prodotti industriali, ad esempio, in America? La nostra [umile] esperienza ci dice di sì. È nostra opinione che il modo con cui gli Stati Uniti hanno affrontato ed organizzato la struttura dello stato, delle agenzie statali, della vita pubblica, delle leggi, dei servizi pubblici e del rapporto dell'amministrazione e del governo con i cittadini sia fortemente influenzato dai concetti base discussi poc'anzi ed i riflessi si vedono anche negli aspetti del nostro lavoro di tutti i giorni. Di seguito proponiamo alcune considerazione molto pratiche su alcuni aspetti del “fare business” in America. Nulla di accademico e nessun discorso storico-filosofico, in primo luogo perchè non abbiamo la caratura necessaria per queste analisi e poi perchè non servono allo scopo di questo libro.
Gli Stati Uniti sono un paese dove l'intervento dello stato nell'economia è molto limitato. Non esistono realtà come le “partecipazioni statali” italiane anche se di fatto tutte le aziende che operano nel settore della difesa dipendono pesantemente dagli ordini del governo centrale per sopravvivere. Ma a parte questo, il grado di coinvolgimento diretto dello stato nella gestione di aziende di produzione è minimo se non inesistente.
Rispetto all'Italia, in America gli adempimenti burocratici sono ridotti al minimo e questo è vero per qualsiasi aspetto della vita di una società: dalla costituzione di una Corporation, alla preparazione del bilancio, alla dichiarazione dei redditi, alle operazioni import con la dogana. Gli adempimenti sono così ridotti che spesso i nostri clienti non riescono a credere che “sia tutto finito”!
Il fatto che gli adempimenti burocratici siano così ridotti crea a volte situazioni di disorientamento nell'imprenditore italiano. Si tratta di situazioni nuove a cui ci si deve adattare ma che vanno affrontate con la mente sgombra da pregiudizi: il fatto che non esistano i notai va vissuto come la liberazione da un giogo piuttosto che come un impedimento ad attività di compravendita trasparenti [tant'è che anche senza notai la vita economica degli Stati Uniti procede ugualmente..]; il fatto che non esista un qualcosa di comparabile ad una visura camerale crea sicuramente delle situazioni problematiche ma c'è il modo per affrontare anche questo nuovo stato di cose. In altre parole, invece di parametrare tutto su come viene gestita una certa situazione in Italia, è meglio assorbire il modus operandi americano ed adattare le proprie procedure aziendali e anche l'atteggiamento mentale. Attenzione però a non prendere sottogamba la situazione: il fatto che ci sia una burocrazia leggera non vuol dire che le cose siano condotte alla “carlona”. Significa piuttosto che le cose sono condotte in un modo “diverso” da come sono condotte in Italia. E questo ci porta dritti dritti al prossimo punto.
In America ci sono poche leggi e quasi non esistono i “certificati”: certificato di esistenza in vita, certificato di residenza, stato di famiglia, atto notorio... se all'amministrazione, il fisco per esempio o le dogane, serve sapere una cosa non chiedo un pezzo di carta con su un timbro al comune, la dichiaro io personalmente e tutti ci credono. Però poi controllano e se durante il controllo salta fuori che quello che ho dichiarato non corrisponde al vero si rompe il cemento su cui si fonda questo tipo di rapporto: la fiducia. E da lì in poi le cose si complicano. Quando la Food and Drug Administration mette una azienda sulla “black list” perchè si è scoperto che mancavano dei documenti da lì in poi tutte le spedizioni dei prossimi anni vengono ispezionate fisicamente. Lo stesso dicasi per le dogane.
La burocrazia leggera e la tendenza ad avere poche norme aiutano a mettere in atto le proprie idee velocemente ma innegabilmente portano con sè dei rischi. Tra un carico burocratico-normativo asfissiante e la libertà di manovra tipica dell'America noi scegliamo la seconda opzione ma raccomandiamo a tutti di prendere tutte le precauzioni del caso e di tenere presente il mutato scenario di riferimento. Fa parte del processo di adattamento del modus operandi di cui parlavamo prima.
L'americano in genere - ed il businessman americano in particolare - è persona diretta e dal ragionamento lineare. Concetti come le “convergenze parallele” di democristiana memoria non sarebbero mai potute essere coniate in America. A questo atteggiamento mentale si accompagna una estrema concretezza nel gestire gli affari. A volte questo modo di fare viene scambiato dall'imprenditore italiano come mancanza di finezza se non come maleducazione. Nulla di più lontano dalla realtà. Anche qui basta adattarsi ed evitare l'approccio dilatorio ed ondivago che riscontriamo in moltissime imprese italiane che ti contattano con una richiesta come se dovessero partire domani e poi spariscono per mesi. Quando si tratta con una azienda americana è perchè si è deciso un certo corso di azione e si hanno i mezzi e la determinazione per attuare quel determinato corso di azione e quando le cose stanno così si può negoziare con la massima flessibilità per arrivare all'obiettivo. Vanno evitate formule ambigue del tipo “stiamo pensando di ...”; “fra poco sarà pronto questo o quello...”; “vogliamo entrare sul mercato e stiamo aspettando una certa cosa...”. Approccio che vediamo spesso nelle aziende alimentari che vogliono vendere il propri prodotti in America ma non mettono a norma il prodotto con la Food and Drug Administration finchè non trovano l'importatore. Agli occhi dell'azienda americana questo approccio suona come un mezzo tentativo di provare a vendere piuttosto che l'impegno serio di chi vuole entrare su un mercato che considera strategico.
New York non rappresenta gli Stati Uniti. E gli Stati Uniti sono molto grandi. New York è il naturale punto di accesso al mercato americano per l'azienda che arriva dall'Italia. Non bisogna fare l'errore di credere che tutti gli Stati Uniti siano come New York perchè nulla è più lontano dalla realtà. Esattamente allo stesso modo in cui le province Trapani e Bolzano sono diverse tra loro. Generalizzando molto possiamo designare queste “macro aree socio-culturali” negli Stati Uniti: Costa Est, Costa Ovest, Stati Centrali e Stati del Sud con Texas e Florida che spiccano come sottoaree a sè. Si tenga presente che si tratta di generalizzazioni grossolane citate solo per ribadire il concetto che gli Stati Uniti non sono una realtà socio-culturale monolitica.
Gli Stati Uniti sono una fucina di trend innovativi e non ci riferiamo solo a prodotti e servizi ma anche a idee e modi di operare. In termini di prodotti e servizi pensiamo solo a quanto hanno influenzato il nostro vivere quotidiano cose ed idee come: Internet, Google, Amazon, l'e-commerce, l'iPad, l'iPhone, YouTube, Facebook, Netflix, Intelligenza Artificiale, PayPal, la stampa in 3-D e la prototipazione rapida, il venture capital, la ricerca per sviluppare autovetture senza guidatore, la ricerca nel campo della robotica legata ad applicazini militari. Adesso si sta discutendo di ratificare il cosiddetto “crowdfunding” ovvero la possibilità per aziende startup di raccogliere liberamente online investimenti da privati cittadini senza tutti gli adempimenti e le formalità finora richiesti dalla SEC [Security Exchange Commission] per le proposte di partecipazione al capitale di rischio da parte dei privati. [E infatti poi l'Equity Crowdfunding è stato approvato. Nota del 9 Novembre 2023]
www.tribe7lax.com
Tribe7 è un marchio di attrezzature per lo sport del Lacrosse, molto diffuso sulla costa Est degli Stati Uniti. Fondatore e proprietario di Tribe7 è Robert Littell che da universitario giocava nella squadra della Brown University nel Rhode Island. La particolarità di Tribe7 è che è stata lanciata grazie alla prototipazione rapida, alla stampa tridimensionale ed ai servizi di outsourcing resi possibili da Alibaba.com. Con un investimento minimo rispetto a quello necessario solo pochi anni fa, Robert ha fatto produrre i prototipi, ha trovato i fornitori e ha avviato la produzione. Il tutto senza mai muoversi dal suo appartamento di Manhattan. Nelle parole di Robert, ecco come è andata la cosa: “Era da anni che pensavo a lanciare una mia linea di prodotti specializzati per il Lacrosse, ma i costi per i disegni tecnici e per la produzione degli stampi e dei prototipi erano proibitivi. Senza contare poi che avrei dovuto far produrre quantitativi minimi che non sarei mai riuscito a vendere. Finchè due anni fa mi sono imbattuto in Alibaba.com. Nel frattempo si era consolidata la tecnologia della stampa tridimensionale. Attraverso Alibaba ho selezionato i fornitori. Dapprima ho mandato un mio disegno ad una società di ingegneri che ha prodotto un rendering professionale e si è anche occupata di produrre i campioni. Me li hanno mandati, assieme li abbiamo sdifettati e, quando il campionario è stato pronto, sempre tramite Alibaba.com ho trovato diverse aziende in Cina, Taiwan e Pakistan che hanno accettato di produrli in quantitativi minimi. Ho usato il servizio di un consulente esterno per fare il controllo qualità sulla produzione prima che avvenissero le spedizioni e non ho mai avuto problemi di fornitura. I produttori stessi hanno dei contratti con gli spedizionieri e sono rimasto sbalordito di quanto poco costasse spedire la merce. Ho avuto solo due problemi agli inizi del mio lavoro: il primo è stato quello di dover fare un'attenta selezione dei fornitori. Alcuni di essi infatti si pongono come produttori ma in realtà sono solo degli intermediari. Il secondo problema è stato più di tipo culturale: la totalità dei fornitori presenti su Alibaba.com sono asiatici e non avevo mai negoziato con persone, con culture e modi di fare così diversi dai miei. Ad ogni modo, ce l'ho fatta ed in due anni sono passato da un schizzo a mano su un foglio bianco ad una azienda avviata e con il prezzo dei miei prodotti che è meno della metà di quello dei grandi marchi del Lacrosse.”
La popolazione statunitense ha vissuto una crescita relativamente rapida nel corso dell’ultimo decennio. Dai 281 milioni nel 2000, la popolazione residente nei 50 stati è aumentata fino a raggiungere i 309 milioni al più recente censimento del 2010 crescendo del 9,1%. A tutto il 2012, secondo una stima, la popolazione sarebbe salita a 313 milioni di persone, e si prevede di superare i 325 milioni entro il 2015 [fonte Census 2012]
Un aumento ancora più significativo se si considera che la popolazione dei 27 paesi facenti parte dell’Unione Europea è cresciuta di solo 3,4% nello stesso periodo e quella italiana del 5,8%.
Gli Stati Uniti riescono inoltre a mantenere un reddito medio pro capite più alto del 12% rispetto a quello italiano per una popolazione la cui età media è 35 anni contro i 43 di quella italiana.
Volutamente non forniamo dati più approfonditi ed analisi più sofisticate sui dati quantitativi relativi all'economia americana. Riteniamo infatti che per la tipologia e le dimensioni tipiche delle aziende italiane non servano. Di sicuro il mercato statunitense esprime una domanda interessante e significativa per i prodotti di quelle aziende. Come già sottolineato in altre parti di questo libro, per l'azienda italiana che vuole entrare sul mercato statunitense è invece molto più importante condurre una ricerca di tipo qualitativo per capire quali sono le strategie di posizionamento sostenibili. È quello che chiamiamo il “test di prodotto”. Ritagliato attorno alle caratteristiche di ciascun prodotto, è un test i cui risultati hanno rilevanza solo per l'azienda che lo commissiona.
Anche senza approfondire oltre, dai pochi dati presentati si capisce immediatamente che gli Stati Uniti rappresentano un mercato formidabile sia in termini di pure dimensioni numeriche, sia in termini di crescita prevista, sia in termini delle opportunità che questo mercato offre. Al di là dei dati numerici, esistono altri indicatori che potremmo definire “soft” che contribuiscono in maniera significativa a rafforzare l'attrattività del mercato americano. Citiamo di seguito alcuni dei fattori che a nostro avviso vanno presi in considerazione quando si decide di investire ed esportare in un paese estero e che pongono gli Stati Uniti in testa alla graduatoria dei paesi in cui esportare:
Al pari dei servizi pubblici, anche le infrastutture funzionano bene e per ciò che riguarda i servizi sono di veloce messa in opera e all'interno di un sistema competitivo: porti, aeroporti, strade, collegamenti telefonici e internet, rete elettrica ed idrica, servizi logistici e di trasporto, sistema assicurativo, mercato azionario, obbligazionario e dei titoli del debito pubblico, collegamenti aerei, mercato mobiliare sia per compravendita che per affitto di immobili di ogni tipo, servizi di manutenzione, di riparazione e di fornitura di ogni tipo.
Il sistema economico è generalmente competitivo con più fornitori che competono tra loro e che modellano prodotti e servizi per fornire un ventaglio di scelte al cliente finale ed è aperto alle novità e all'innovazione. In genere è un sistema che premia lo spirito di iniziativa e che incoraggia la nascita di nuove aziende.
Il sistema economico e quello universitario e della ricerca sono fortemente integrati tra loro.
Il sistema bancario se la cava: senza infamia nè gloria fa quello che serve in termini di servizi alle aziende. Un problema del sistema bancario è semmai legato alle vicende finanziarie degli ultimi anni, il cui risultato è stato quello di congelare il mercato del credito alle aziende.
Il nostro giudizio sulle opportunità che gli Stati Uniti possono offrire ad una azienda italiana è sempre stato positivo. Alla luce delle considerazioni appena illustrate, il nostro giudizio passa da positivo a molto positivo. Se però guardiamo agli sviluppi che stanno prendendo forma in America, il nostro giudizio diventa senza riserva eccezionalmente favorevole. Ci riferiamo al fatto che gli Stati Uniti stanno avviandosi verso la quasi indipendenza energetica di qui al 2035.
Rimaniamo tutti colpiti quando eventi “grandiosi” accadono all'improvviso: tutta la stampa ne parla, stesso dicasi per la televisione, i telegiornali e quant'altro. Diverso è quando i fenomeni si sviluppano lentamente. Sembra quasi che il sistema dei media non sia attrezzato per registrare fenomeni di questo tipo finchè all'improvviso non si manifestano in tutta la loro portata. A quel punto il fenomeno sembra quasi che sia “inventato”... “incredibile”. Secondo noi in questo caso è andata esattamente così e solo adesso ci si sta accorgendo del fatto che già a partire dal 2017 gli Stati Uniti potrebbero produrre più petrolio dell'Arabia Saudita e che dal 2030, secondo le ultime stime, potrebbe diventare un esportatore netto di petrolio e gas naturale. Se guardiamo poi ai prodotti raffinati [benzine, gasolio e altri combustibili] gli Stati Uniti ne sono esportatori netti già dal 2011, non succedeva da oltre cinquant'anni.
Secondo la US Energy Information Administration, le importazioni nette di combustibili liquidi, incluso il petrolio greggio e prodotti petroliferi degli Stati Uniti, scenderà fino al livello di circa 6 milioni di barili al giorno nel 2014, il livello più basso dal 1987, e circa la metà rispetto ai livelli massimi di oltre 12 milioni raggiunti nel corso del periodo 2004 – 2007. Le cifre rispecchiano la spettacolare crescita della produzione degli Stati Uniti grazie allo sblocco delle riserve di petrolio cosiddette di "tight oil" permesso dalle tecniche di fratturazione idraulica e perforazione orizzontale soprattutto negli stati del Nord Dakota e del Texas. Anche sul lato dei consumi le cose sono migliorate con un miglioramento di efficienza del sistema: il consumo di petrolio statunitense è infatti passato da 20,7 milioni di barili al giorno nel 2007 a 18,7 milioni del 2012.
Secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia, gli Stati Uniti supereranno l'Arabia Saudita e la Russia per diventare il paese produttore di petrolio più importante del mondo entro il 2017 e Washington arriverà molto vicino a raggiungere un'autosufficienza enegetica impensabile fino a pochi anni fa. Le previsioni della AIE, che agisce da consulente dei maggiori paesi industrializzati in materia di politica energetica, sono in netto contrasto con precedenti rapporti AIE, che vedevano l'Arabia Saudita rimanere il primo paese produttore fino al 2035. Nel suo ultimo rapporto annuale, la AIE ha riportato che "Le implicazioni degli sviluppi energetici negli Stati Uniti sono profonde e il loro effetto si farà sentire ben al di là del Nord America e del solo settore energetico".
Con i prezzi del gas naturale in continuo calo, calano anche i prezzi dell'energia elettrica e nel breve periodo questo contribuisce ad accrescere il vantaggio competitivo del paese. L'AIE prevede anche un continuo calo delle importazioni di petrolio degli Stati Uniti con il Nord America che diventa un esportatore netto di petrolio a partire da circa il 2030. Sempre secondo l'AIE gli Stati Uniti si avviano a diventare quasi autosufficienti sul fronte degli approvigionamenti energetici entro il 2035.
Come detto in precedenza, questi sviluppi sono stati resi possibili dall'impiego di nuove tecniche di trivellazione quali il fratturamento idraulico [“fracking”], la trivellazione orizzontale e l'avanzamento nelle tecniche di trivellazione in acque profonde. A queste tecniche si è, inoltre, affiancato lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi dei depositi bituminosi conosciuti come “tar sand” o “oil sand” presenti soprattutto in Canada e, in parte, anche nello stato del Colorado. Prezzi del greggio più alti rispetto ad alcuni anni fa hanno reso economicamente possibile lo sfruttamento di questo tipo di depositi. La combinazione di nuove tecniche di trivellazione e dello sfruttamento di nuovi tipi di depositi bituminosi ha portato all'aumento della produzione di gas naturale e di greggio in America e Canada, riducendo quindi la quota di import dall'estero.
Le implicazioni economiche, politiche e strategiche sono di portata enorme. Proviamo ad ipotizzarne alcune:
A nostro giudizio si tratterà di cambiamenti epocali che rilanceranno ancora di più l'economia statunitense verso livelli di sviluppo ben superiori a quelli che avevamo conosciuto negli anni precedenti la crisi finanziaria del 2008. Un'ottima situazione per le aziende che pensano di esportare negli Stati Uniti.
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