15 Ottobre 2020
Export olio d'oliva
Specialità dell'agroalimentare Italiano: l'olio extra vergine d'oliva in crescita negli USA
Il mercato americano si riconferma il maggiore importatore di olio di oliva mondiale superato solo dalle esportazioni "intra EU". La presenza di olio d'oliva sulle tavole americane è cresciuta negli ultimi anni ed è a tutt'oggi in continuo aumento. L'olio d'oliva extravergine italiano domina il mercato statunitense e l'Italia è riconosciuta nell'immaginario collettivo come la patria dell'olio di oliva.
Lo stesso dazio vale anche per la Classificazione Doganale 1509.10.20.30, corrispondente alla Descrizione Doganale: "Certified organic: Labeled as extra virgin"
000/ton | +/- % | |
---|---|---|
1964 | 20 | NA |
1965 | 22 | 10.00 % |
1966 | 25 | 13.64 % |
1967 | 29 | 16.00 % |
1968 | 26 | -10.34 % |
1969 | 28 | 7.69 % |
1970 | 28 | 0.00 % |
1971 | 31 | 10.71 % |
1972 | 27 | -12.90 % |
1973 | 24 | -11.11 % |
1974 | 22 | -8.33 % |
1975 | 28 | 27.27 % |
1976 | 25 | -10.71 % |
1977 | 28 | 12.00 % |
1978 | 27 | -3.57 % |
1979 | 26 | -3.70 % |
1980 | 28 | 7.69 % |
1981 | 29 | 3.57 % |
1982 | 33 | 13.79 % |
1983 | 41 | 24.24 % |
1984 | 44 | 7.32 % |
1985 | 54 | 22.73 % |
1986 | 64 | 18.52 % |
1987 | 75 | 17.19 % |
1988 | 85 | 13.33 % |
1989 | 91 | 7.06 % |
1990 | 100 | 9.89 % |
1991 | 107 | 7.00 % |
1992 | 123 | 14.95 % |
1993 | 124 | 0.81 % |
1994 | 128 | 3.23 % |
1995 | 114 | -10.94 % |
1996 | 148 | 29.82 % |
1997 | 161 | 8.78 % |
1998 | 170 | 5.59 % |
1999 | 189 | 11.18 % |
2000 | 212 | 12.17 % |
2001 | 218 | 2.83 % |
2002 | 220 | 0.92 % |
2003 | 245 | 11.36 % |
2004 | 248 | 1.22 % |
2005 | 242 | -2.42 % |
2006 | 262 | 8.26 % |
2007 | 264 | 0.76 % |
2008 | 276 | 4.55 % |
2009 | 268 | -2.90 % |
2010 | 290 | 8.21 % |
2011 | 316 | 8.97 % |
2012 | 296 | -6.33 % |
2013 | 311 | 5.07 % |
2014 | 310 | -0.32 % |
2015 | 330 | 6.45 % |
2016 | 316 | -4.24 % |
2017 | 322 | 1.90 % |
2018 | 330 | 2.48 % |
La Spagna persegue una strategia diversa. La Spagna non ha mai perseguito la costruzione di un brand per il proprio olio sul mercato americano, se non in minima parte. Il questo modo ha lasciato spazio agli esportatori italiani di affermare il binomio "Italia = Olio Extra Vergine di Oliva di Qualità"
La Spagna vendeva bulk agli importatori americani che poi imbottigliavano a proprio nome e rivendevano a supermercati e catene di specialty food. Il prezzo al dettaglio era ovviamente inferiore rispetto all'olio italiano.
Forbes e New York Times: l'80% dell'olio extravergine di oliva italiano non è nè di oliva nè extravergine
Il consiglio della rivista di cucina Gourmet "Epicurious" è addirittura quello di acquistare olio di oliva australiano o cileno quanlora sia presente la certificazione EVOO
Anche nel 2019 continua la polemica e la stampa continua i reportage sull'olio d'oliva italiano adulterato
Il Governo Canadese lancia un programma di monitoraggio della qualità sulle importazioni e la vendita di olio di oliva in Canada
È inutile negarlo: gli scandali che hanno coinvolto alcuni produttori italiani di olio di oliva hanno inferto un danno di immagine al binomio Italia = Olio di Oliva di Qualità in America. In un mercato saturo come quello americano il rischio è quello della sostituzione; i consumatori americani cominciano a comprare olio di oliva di provenienza di altri paesi e poi non tornano più a comprare olio di oliva italiano. In un mercato maturo che ormai cresce lentamente, la riduzione delle vendite di olio dovuta dall'effetto sostituzione non può essere compensata dall'aumento delle vendite a nuovi consumatori.
Serve un'azione decisa e serve un atteggiamento illuminato da parte del governo che sostenga azioni di rilancio efficaci. Inutile dire che questa certificazione di qualità a tutela dell'olio di oliva italiano va poi adeguatamente comunicata online [inutile spendere soldi per pubblicare sulla carta stampata]
I modelli di consumo alimentare sono stati rivoluzionati dai Millennials. L'industria alimentare stessa in America è stata rivoluzionata: sono cambiati i gusti, le tendenze ed i modelli di acquisto. Il mercato americano è in un chiaro momento di "disruption" e alla cuspide di un cambiamento. Come sempre il cambiamento racchiude opportunità ed è questo il momento per rilanciare il brand dell'olio di oliva italiano in America e riparare il danno fatto degli scandali degli ultimi anni.
Aumentare la trasparenza è l'unico modo per riconquistare la fiducia dei consumatori americani e per conquistare la fiducia dei nuovi consumatori americani: i Millennials americani verso cui la campagna deve essere indirizzata e accortamente pubblicizzata.
Serve un'azione decisa: l'Italia e le associazioni dei produttori devono creare una certificazione di qualità basata su criteri oggettivi. La certificazione deve andare al di là di quanto richiesto per la messa a norma dell'olio con la FDA per importare in America. La certificazione deve puntare ad accertare la mancanza di ingredienti estranei, coloranti ed aromatizzanti e a garantire la qualità, non tanto in termini di gusto o pregio, ma di onestà dell'olio di oliva da vendere in America.
La certificazione di qualità dell'olio di oliva italiano deve necessariamente essere anche comunicata nel mercato di riferimento perché si guadagni una reputazione di serietà e di tutela del consumatore. Il web sarà l'unico modo con cui veicolare il messaggio e il target di riferimento saranno i Millennials americani. In sintesi, questa è la proposta di ExportUSA perché i produttori italiani possano continuare ad esportare olio di oliva negli Stati Uniti e per rilanciare l'immagine dell'olio italiano negli USA.
Prendendo le mosse da quanto descritto prima, possiamo dire che in questa fase di mercato saturo e di immagine di brand non più inattaccabile la sfida è quella di riconquistare la fiducia del consumatore e di emergere tra i tanti produttori di olio di oliva che ormai affollano gli scaffali dei supermercati, degli specialty store e dei siti di ecommerce. Questi sono alcuni consigli che noi di ExportUSA raccomandiamo ai produttori italiani che vogliono vendere olio di oliva extravergine negli Stati Uniti:
ExportUSA parteciperà con un proprio seminario ai lavori che si terranno a margine del Concorso Oleario Internazionale EVO / IOCC a Napoli dal 16 al 19 Maggio 2022. Nel 2019, allo stesso evento, ExportUSA ha lanciato ufficialmente la proposta per la creazione di una certificazione di qualità per l'olio d'oliva extravergine, per aiutare i produttori a esportare olio di oliva extra vergine in America.
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ExportUSA offre TUTTO il servizio completo di revisione delle etichette e di preparazione delle tabelle dei valori nutrizionali a norma con la FDA. Co...