La maggior parte delle aziende multinazionali straniere e italiane usa politiche interne per definire i prezzi di trasferimento tra le filiali in diversi paesi, e molte di queste politiche comprendono aggiustamenti retroattivi per definire il prezzo di compravendita o per assicurare un'appropriata distribuzione dei profitti e delle tasse.
In precedenza la dogana degli Stati Uniti d' America ha generalmente vietato gli aggiustamenti retroattivi che facessero diminuire il valore delle merci dichiarate per l'importazione, a meno che gli aggiustamenti non venissero fatti secondo una formula aziendale oggettiva, comunque raramente approvata da parte della dogana stessa.
Una pratica che va contro la posizione del fisco statunitense che, nel tentativo di massimizzare gli introiti, preferisce tenere bassi i prezzi di importazione in modo da aumentare il reddito tassabile delle filiali delle multinazionali poste su suolo americano.
Con questa nuova proposta di risoluzione si tenta di modificare appunto la definizione di formula accettabile. L'importatore potrebbe pagare il valore della transazione e piu' liberamente segnalare in seguito gli aggiustamenti sotto alcuni facilitanti criteri tramite la procedura di riconciliazione. Sviluppi sull'accettazione della proposta si aspettano sulle prossime pubblicazioni del bollettino doganale.