Il 6 gennaio 2024, il Presidente di ExportUSA Lucio Miranda è intervenuto su TGcom24 per presentare un'analisi degli scenari che attendono l'economia americana in questo anno di elezioni presidenziali in America.
Miranda ha parlato del valore dell'export italiano per gli Stati Uniti e ha commentato la situazione dei mercati e le principali questioni di carattere finanziario, tra cui il recente passo indietro della Fed che ha deciso di non alzare i tassi di interesse.
In chiusura, una panoramica sullo stato dell'arte delle elezioni presidenziali di novembre 2024 e le loro ripercussioni geopolitiche.
Dall'America arriva il nuovo rapporto sull'occupazione a dicembre 2023, superiore alle stime: 216.000 i posti di lavoro creati rispetto a novembre, mentre gli analisti attendevano un aumento di 170.000 posti. Disoccupazione stabile al 3,7%.
Il 2023 è stato un anno record per l'economia americana e per quanto riguarda in particolare l'export italiano.
Nel 2022 ci si aspettava una recessione e invece l'America è riuscita nel quasi miracolo di aumentare i tassi di interesse ridurre l'inflazione e non entrare in recessione.
Ormai tutti parlano di soft landing, di "atterraggio morbido" ovvero un raffreddamento dell'economia e dell'inflazione senza scatenare una disoccupazione rovinosa, per cui il 2023 si è chiuso molto bene.
Il 2024 - questa la nostra opinione dal nostro osservatorio di di New York - dovrebbe essere ancora meglio perché mentre nel 2023 c'è stata una lotta all'inflazione, ormai tutto il mercato e anche la Fed, comincia a credere che la lotta all'inflazione è stata vinta e prima di Natale la Fed ha annunciato che non aumenterà ancora i tassi, con previsione di tagli nel 2024 e questo è sicuramente un buon segnale per l'economia americana e di riflesso anche per le esportazioni Italiane in America.
Oltre alla velocità di reazione dell'America, che ha fatto scendere il tasso di inflazione, alla base del soft landing c'è questa dicotomia tra la politica espansiva di bilancio dell'amministrazione Biden che ha investito 1700 miliardi di dollari per il rinnovo delle infrastrutture americane e per la transizione all'economia Green, e la politica monetaria restrittiva attuata dalla Fed, che ha aumentato i tassi di interesse fino ad arrivare al 5,5%.
Una politica monetaria così restrittiva come quella attuata dalla Fed avrebbe sicuramente comportato una disoccupazione in America del 8-9% in assenza di una politica di bilancio espansiva come quella attuata dall'amministrazione Biden, quindi una cosa ha compensato l'altra
Inoltre, l'inflazione dell'ultimo triennio è molto diversa dai fenomeni inflazionistici che abbiamo osservato nel passato: è un'inflazione causata per gran parte non da un problema di domanda ma da un problema di offerta: a seguito del Covid le linee di approvvigionamento sono entrate in crisi ed è questo che ha provocato l'aumento dei prezzi. Con la normalizzazione del post-Covid ovviamente l'inflazione è calata, ed è questo che stiamo vedendo in questi ultimi mesi.
Se vincesses Biden ci aspettiamo che le cose continuino come stanno andando adesso, per cui un disgelo molto forte delle relazioni commerciali tra Europa e America: proprio qualche settimana fa l'amministrazione Biden ha rinnovato il taglio dei dazi punitivi per le importazioni europee che erano stati inaugurati dall'amministrazione Trump, ed in particolare sull'acciaio e alluminio.
Non ci aspettiamo scossoni sulla politica fiscale americana in termini di tassazione perché probabilmente l'amministrazione Biden aumenterebbe le tasse ma non lo può fare perché ha bisogno del Congresso e del Senato ma non ha abbastanza voti. E infatti le tasse in questi anni non sono state aumentate.
Se continuasse un'amministrazione Democratica, per quanto riguarda i rapporti di forza e le politiche a livello geopolitico nei confronti della Cina ci aspettiamo una continuazione di quello che è stato avviato: un riorientamento delle catene di approvvigionamento verso i paesi amici quindi tipicamente l'Europa, distanziandosi dalla Cina, con controlli diretti all'esportazione. La vera differenza infatti, attuata dall'amministrazione Biden rispetto a quella di Trump è proprio questa: il controllo diretto delle esportazioni, mentre l'amministrazione Trump si è limitata ad aumentare i dazi. Questo è quello che ha fatto veramente la differenza nei confronti della Cina.
Se vincesse Trump, forse a livello di relazioni commerciali nei confronti dell'Europa si potrebbe ritornare a vedere dei dazi punitivi nei confronti di acciaio e alluminio, come era stato fatto dall'amministrazione precedente. Questa misura danneggerebbe toccherebbe solo marginalmente l'Italia che non esporta molto di questa produzione.
I dazi sulla Cina li ha inaugurati Trump e molto furbescamente Biden non li ha toccati, quindi non prevediamo grossi cambiamenti in questo aspetto
Non vediamo infine spazi per poter tagliare le tasse nuovamente.
Saranno settori dell'economia molto attrattivi e vantaggiosi per gli investimenti in America soprattutto:
Temi trattati: Politica monetaria FED - Tassi di interesse in America - Manovra economica espansiva - Riduzione tasse sulle società - Previsioni sul cambio Euro Dollaro
Inflazione in America - Andamento dell'inflazione nell'economia americana
Gli aggiornamenti ed i commenti di ExportUSA sull'andamento e le prospettive dell'economia USA
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