
15 Marzo 2021
Pratiche import Stati Uniti
Come per le commodity, così anche per l'importazione negli Stati Uniti d'America dei prodotti è necessario rispettare la classificazione doganale dei prodotti da importare
Aggiornamento del 13 Marzo 2025
L'Amministrazione Trump impone un ulteriore aumento dei dazi per importare in America prodotti provenienti dalla Cina. L'aumento, attuato in due tornate del 10% ciascuna, è pari quindi al 20% e si somma ai dazi imposti sulle merci prodotte in Cina già dalla prima presidenza Trump e mai revocati dalla successiva Amministrazione Biden.
C'è da dire che mentre la prima tornata di dazi era focalizzata solo su alcune categorie merceologiche, l'aumento del 20% recentemente imposto dal Presidente Trump si applica invece su tutte le importazioni dalla Cina agli Stati Uniti senza eccezioni.
In questo scenario, diventa ancora più conveniente l'ipotesi di importare dalla Cina utilizzando quanto previsto dalla procedura di importazione USA nota come First Sale Rule ovvero la possibilità di calcolare i dazi import per l'America sul prezzo di acquisto dal produttore cinese e non già sul prezzo esposto nella fattura di importazione usata per sdoganare in America. Per chiarezza ribadiamo che quanto previsto dalla FSR in realtà vale per importazioni negli USA provenienti da qualsiasi paese e non solo dalla Cina.
La FSR è tanto più conveniente quanto più alti sono i dazi import USA. Categorie merceologiche come le fibre tessili, le calzature, e l'abbigliamento sono quelle su cui, in media, gli Stati Uniti impongono i dazi di importazione più alti e che quindi offrono il potenziale maggiore di risparmio sui dazi di importazione dalla Cina agli Stati Uniti.
Aggiornamento del 21 Aprile 2022
Negli Stati Uniti è illegale importare beni realizzati con il lavoro di persone ridotte in schiavitù, e per i prodotti che arrivano dalla regione dello Xinjiang (Cina) la regole di importazione stanno per diventare ancora più severe. Il provvedimento contro il lavoro forzato firmato dal Presiedente Biden ha l’obiettivo di rendere le aziende attive sul mercato americano responsabili a tutti i livelli della supply chain: presto, infatti, chi esporta beni dalla Cina dovrà dimostrare di non ricorrere al lavoro forzato prima di importare la merce negli Stati Uniti.
Le catene di approvvigionamento di aziende energetiche, tessili e agricole sono state sottoposte a numerosi controlli e questi settori stanno lavorando per eliminare ogni traccia di lavoro forzato. Lo Xinjiang produce un quinto del cotone mondiale e il 45% di un materiale essenziale per realizzare i pannelli solari ed è anche un importante fornitore di carbone, petrolio, oro e alluminio. Questo significa che molte società che si occupano di importare e vendere negli Stati Uniti dovranno verificare i possibili legami con la regione dello Xinjiang, in modo da avere una catena di approvvigionamento trasparente e a norma.
L’UFLPA (Uyghur Forced Labor Prevention Act) entrerà in vigore il 21 giugno 2022. Qui potete leggere la versione integrale in lingua inglese del disegno di legge:
https://www.congress.gov/bill/117th-congress/house-bill/1155/text
Il governo americano sta definendo una strategia per sostenere l’applicazione di una legge che di fatto vieterà l’importazione sul mercato americano di un’enorme quantità di prodotti dalla Cina. In particolare, chi importa dalla Cina per vendere negli Stati Uniti dovrà seguire delle linee guida che riguardano:
La presunzione che l’azienda importatrice violi la legge contro il lavoro forzato può essere vinta se il CBP (Customs and Border Protection) determina che:
Se la presunzione delle dogane americane viene vinta i beni si possono importare negli Stati Uniti.
Come per le commodity, così anche per l'importazione negli Stati Uniti d'America dei prodotti è necessario rispettare la classificazione doganale dei prodotti da importare
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