ECONOMIA USA
Aggiornamenti sulla politica monetaria negli USA
Temi trattati: Politica monetaria FED - Tassi di interesse in America - Manovra economica espansiva - Riduzione tasse sulle società - Previsioni sul cambio Euro Dollaro
Aggiornamento del 16 Novembre 2024
Il mercato petrolifero sembra avviarsi verso un surplus il prossimo anno, con l'IEA che prevede un eccesso di produzione di petrolio di oltre un milione di barili al giorno, dovuto in gran parte al calo della domanda da parte della Cina. Un tempo protagonista del consumo globale di petrolio, la Cina ha visto la domanda e di conseguenza l'importazione di petrolio ridursi per sei mesi consecutivi, con una crescita che ora rappresenta solo un decimo del ritmo registrato nel 2023. L'IEA attribuisce questa flessione della domanda di petrolio da parte della Cina ad un'economia in trasformazione, a rallentamenti nel settore delle costruzioni, e alla progressiva transizione della Cina verso l'adozione di veicoli elettrici, reti ferroviarie ad alta velocità, e trasporti su strada alimentati a gas.
A questo si aggiunge un'espansione dell'offerta proveniente dai paesi produttori non-OPEC, in particolare Stati Uniti, Brasile e Canada. E a questa lista di paesi produttori di petrolio si può ormai aggiungere anche la Guyana. Questo boom nella estrazione di petrolio da parte dei paesi non-OPEC non solo ha mantenuto sotto controllo i prezzi, ma sta anche preparando il terreno per un mercato ben fornito nel 2025. Secondo l'IEA, l'incremento della domanda di petrolio per quest'anno raggiungerà solo 920.000 barili al giorno, meno della metà del tasso di crescita registrato nel 2023, e l'aumento previsto per il 2026 non sembra più promettente, con un massimo stimato di circa 990.000 barili al giorno. Il contesto è chiaro: condizioni economiche fiacche e una transizione crescente verso l'energia pulita stanno frenando la domanda di petrolio a livello globale.
Aggiornamento del 15 Settembre 2024
La domanda di natura speculativa di petrolio, nota come "net length", ha raggiunto il punto più basso di sempre. In sostanza, "net length" si riferisce alla differenza tra il numero di investitori che scommettono su un aumento dei prezzi del petrolio (posizioni long) rispetto a quelli che scommettono su una diminuzione di prezzo (posizioni short). Quando il net length è basso, significa che c'è una riduzione della convinzione che i prezzi aumenteranno.
Ciò che è ancora più sorprendente è che, per la prima volta in assoluto, il mercato dei contratti derivati sul Brent è "net short". Questo significa che ci sono ora più investitori che scommettono su un calo dei prezzi del petrolio rispetto a quelli che prevedono un aumento. Questo è significativo perché è raro vedere un tale pessimismo nel mercato, soprattutto quando le scorte fisiche globali di petrolio stanno diminuendo a un ritmo di circa un milione di barili al giorno.
Tipicamente, quando l'offerta di petrolio è bassa, i prezzi tendono a salire a causa della scarsità. Tuttavia, la configurazione di mercato attuale è insolita: mentre i barili fisici di petrolio sono in calo, il mercato di origine finanziario/speculativa sembra scommettere su prezzi più bassi. Per i contrarian, ovvero coloro che prosperano andando controcorrente, questo potrebbe segnalare un'opportunità.
Questa tensione tra il lato finanziario/speculativo e quello fisico del mercato petrolifero suggerisce che potrebbero esserci all'orizzonte volatilità e oscillazioni per il prezzo del petrolio. È importante monitorare le dinamiche del mercato del petrolio che si stanno sviluppando.
Aggiornamento del 9 Settembre 2024
Nella riunione di Settembre, i paesi OPEC+ hanno evitato un surplus di petrolio per quest'anno e hanno deciso di estendere il tagli della produzione ancora per qualche mese. Si tratta tuttavia di una soluzione temporanea che non impedirà il surplus di offerta che attende i mercati globali nel 2025.
Il gruppo dei paesi OPEC+, guidato da Arabia Saudita e Russia, ha deciso giovedì scorso di posticipare di due mesi i piani per ripristinare la produzione dopo che la crescita economica in Cina è rallentata e la produzione di petrolio degli Stati Uniti è aumentata, spingendo i prezzi del greggio al minimo da 14 mesi a questa parte.
Modificando la sua roadmap per il ripristino dell'offerta, l'OPEC+ ha probabilmente evitato l'eccesso di offerta che era stato altrimenti previsto da figure di spicco del settore come Trafigura Group e International Energy Agency (IEA) e in questo modo il crollo del prezzo del greggio è stato contenuto.
Anche se l'OPEC+ continuerà a limitare la produzione fino al 2025, emergerà comunque un surplus a causa della crescita moderata della domanda e dell'aumento della produzione da parte di Stati Uniti, Guyana, Brasile e Canada. E secondo le previsioni di Citigroup Inc. e JPMorgan Chase & Co. i prezzi sono destinati a scendere verso i 60 dollari al barile [ci riferiamo alla varietà WTI - West Texas Intermediate]
Il calo dei prezzi del petrolio offre un certo sollievo ai consumatori e alle banche centrali dopo anni di inflazione dilagante, e potrebbe persino rappresentare un vantaggio per la campagna elettorale del Vicepresidente Kamala Harris.
Il rischio per i paesi OPEC ha due facce: se tagliano ulteriormente la produzione per sostenere il prezzo del petrolio forniscono un incentivo all'aumento della produzione da parte dei paesi NON-OPEC con conseguente pressione al ribasso sui prezzi; mentre se decidessero invece di aumentare la loro produzione di petrolio questo porterebbe immediatamente ad un ulteriore calo dei prezzi.
I numeri per il mercato del greggio per il 2025 sono chiari: il consumo globale di petrolio aumenterà di meno di 1 milione di barili al giorno nel corso del prossimo anno — circa l'1% — poiché il rimbalzo post-pandemia perde slancio e la transizione verso i veicoli elettrici accelera, prevede l'IEA - International Energy Agency.
La Cina, motore della domanda di petrolio negli ultimi due decenni, sta riducendo la domanda con una diminuzione delle importazioni e una crescita economica in calo. Alla crescita moderata del consumo globale si associa un aumento della produzione di petrolio da parte dei paesi produttori al di fuori del gruppo dei paesi OPEC+ e benché il boom dello shale statunitense si sia attenuato, continua a fornire volumi sostanziali di nuova offerta.
Di conseguenza le scorte globali di petrolio aumenteranno nel 2025 a partire da un consistente accumulo di 1,3 milioni di barili al giorno nel primo trimestre secondo l'IEA. E in un contesto di questo tipo OPEC+ ha un margine di manovra limitato per aumentare la produzione.
Il calo del prezzo del petrolio si è accentuato Venerdì scorso dopo che la saudita Aramco, controllata dallo Stato, ha ridotto il prezzo del suo greggio di punta per il mercato asiatico per consegna a Ottobre, un ulteriore segnale di preoccupazione per la domanda. Il Brent è così crollato fino all'1,8% a 71,35 dollari, il livello più basso da maggio 2023.
A giugno 2024, quando le prospettive di mercato sembravano più rosee, il cartello aveva delineato piani per ripristinare gradualmente 2,2 milioni di barili al giorno di produzione, che erano stati tagliati durante una serie di riduzioni avviate a partire dalla fine del 2022. L'aumento di produzione sarebbe dovuta iniziare con un aumento di 180.000 barili al giorno a ottobre 2024.
Se OPEC+ procederà con il piano per ripristinare 2,2 milioni di barili di produzione al giorno, ancorché con un ritardo di due mesi rispetto a quanto inizialmente previsto, amplificherà il surplus già previsto per il 2025. Un ulteriore ritardo potrebbe evitarlo, ma non è chiaro quanto a lungo il gruppo dei paesi OPEC+ possa sostenere la disciplina necessaria per mantenere gli attuali tagli di produzione.
Gli Emirati Arabi Uniti — uno dei maggiori produttori dell'organizzazione — vogliono mettere a frutto gli investimenti attuati recentemente per incrementare la loro capacità produttiva che Abu Dhabi afferma di aver raggiunto i 4,85 milioni di barili al giorno [si tratta di circa il 5% della fornitura mondiale]
Altri membri dell'OPEC come Iraq, Russia, e Kazakistan hanno faticato a mantenere i tagli che avrebbero dovuto attuare all'inizio dell'anno. Baghdad da tempo si ribella alle quote di OPEC+ mentre cerca di ricostruire un'economia devastata da decenni di conflitti e sanzioni, mentre Mosca cerca entrate per finanziare la guerra contro l'Ucraina.
Riyadh ha bisogno di prezzi del petrolio prossimi ai 100 dollari al barile per finanziare i piani di trasformazione economica del principe ereditario Mohammed bin Salman, che spaziano dalle città futuristiche ai giocatori di sport premium. Il regno saudita è stato costretto a ridurre la spesa sui suoi progetti di punta dopo un calo della crescita economica per quattro trimestri consecutivi.
Aggiornamento del 3 Giugno 2024
OPEC+ ha esteso i tagli alla fornitura di petrolio fino al terzo trimestre e ha stabilito una tempistica per il loro graduale smantellamento nei successivi dodici mesi. Questo offrirà un certo supporto ai prezzi, ma potrebbe non essere sufficiente per i trader che avevano anticipato un'estensione più lunga.
L'accordo è piuttosto provvisorio, essendo aperto alla possibilità di revisioni, e l'Arabia Saudita ha dichiarato che l'OPEC+ può invertire rotta se necessario. Di conseguenza, la reazione del mercato al momento è stata limitata.
L'alleanza ha evitato una disputa imminente sulle capacità di produzione dei singoli stati membri, che erano state esaminate per stabilire le quote di estrazione per il 2025. La scadenza per completare tale processo è stata ora posticipata.
Tuttavia, gli Emirati Arabi Uniti hanno ottenuto un aumento di 300.000 barili al giorno del loro obiettivo di produzione di greggio, da attuare nel corso del prossimo anno, emergendo come i chiari vincitori delle negoziazioni che hanno portato alla riunione di questo weekend.
La riunione odierna dei paesei dell'OPEC+, originariamente programmata per Vienna ma rapidamente riorganizzata come un incontro ibrido tra Riad e videoconferenza, illustra la crescente preferenza del gruppo per la riservatezza e la perenne dominanza dell'Arabia Saudita.
Aggiornamento del 21 Dicembre 2023
La quotazione del petrolio West Texas Intermediate (WTI) sul mercato americano sta nuovamente avvicinandosi alla soglia dei 75 dollari al barile e si prevede che i prezzi rimangano sostenuti per tutto il 2024. In particolare, la Energy Information Administration (EIA) degli Stati Uniti prevede un prezzo medio del petrolio WTI di 78,07 dollari al barile nel 2024, leggermente superiore alla previsione di 77,63 dollari per l'anno corrente. A contribuire alla forza dei prezzi del petrolio ci sono ulteriori tagli volontari alla produzione implementati da diversi paesi dell'OPEC.
Sebbene ci sia stato un rallentamento nelle attività di perforazione, i prezzi elevati del petrolio potrebbero fornire un incentivo alle società di esplorazione ed estrazione petrolifera per aumentare la produzione di petrolio in America. Un aumento della produzione che porterebbe, quindi, ad un aumento delle esportazioni nette di petrolio degli Stati Uniti. L'EIA prevede che le esportazioni nette di petrolio greggio e prodotti petroliferi degli USA raggiungeranno un picco record di quasi 2 milioni di barili al giorno (Bbl/D) nel 2024, in aumento rispetto ai 1,8 milioni di Bbl/D nell'anno corrente e ai 1,2 milioni di Bbl/D nel 2022
Aggiornamento del 10 Dicembre 2023
Venerdì 8 Dicembre, il future per consegna a Gennaio del petrolio varietà WTI (CLF24) era in rialzo di $1,58 (+2,31%)
Il prezzo del petrolio sta salendo dopo che i rapporti economici statunitensi migliori del previsto sull'andamento dei posti di lavoro di novembre e l'indice della fiducia dei consumatori di dicembre hanno ridotto i timori di recessione per l'economia americana e rafforzato le prospettive di un soft landing, un fattore positivo per la domanda di energia e per i prezzi del greggio. Inoltre, i piani degli Stati Uniti di acquistare petrolio per la riserva strategica sostengono i prezzi del petrolio. Sul lato negativo c'è il rally di oggi dell'indice del dollaro (DXY00) a un massimo di 3 settimane.
I prezzi del greggio hanno trovato sostegno dopo che il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti ha emesso una richiesta di acquisto di 3 milioni di barili di greggio per consegna a marzo per riempire la riserva strategica di petrolio. Ciò si aggiunge a una precedente offerta di acquisto della stessa quantità per febbraio. Il Dipartimento dell'Energia americano ha dichiarato che terrà gare d'appalto mensili per l'acquisto di petrolio per riempire la riserva almeno fino a maggio del prossimo anno.
Le notizie economiche di questa settimana sono state contrastanti per la domanda e per i prezzi del greggio. Sul lato positivo, i nuovi posti di lavoro creati dall'economia americana in novembre sono aumentati di +199.000, superando le aspettative di +185.000. Inoltre, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti a novembre è sceso di -0,2 toccando il 3.7%, il minimo in 4 mesi, e mostrando un mercato del lavoro più forte delle aspettative sul tasso di disoccupazione che erano del 3,9%. Inoltre, l'indice di fiducia dei consumatori degli Stati Uniti dell'Università del Michigan per dicembre è salito di +8,1, il massimo da 4 mesi, e superando le aspettative del mercato. Sul lato negativo, il PIL del Giappone del terzo trimestre è stato inaspettatamente rivisto al ribasso a -2,9% (annualizzato) da -2,1%, più debole delle aspettative che erano di -2,0%
I segnali di un aumento delle esportazioni di greggio statunitensi sono negativi per i prezzi del petrolio. Si preve che le esportazioni di greggio statunitensi raggiungeranno presto un record di 5,7 milioni di barili al giorno.
Un fattore ribassista per il greggio è stata l'azione di martedì scorso da parte dell'Arabia Saudita di tagliare di $0.50 al barile il prezzo della varietà più pregiata di greggio, Arab light, per i clienti asiatici per consegna a gennaio portandolo a 3,50 dollari al barile in più rispetto al benchmark, il primo taglio dei prezzi da giugno, ma comunque al di sotto delle aspettative di un taglio dei prezzi di -1,05 dollari al barile.
Lo scorso giovedì, l'OPEC+ ha concordato di tagliare la produzione di greggio di -1,0 milioni di bpd fino a giugno 2024. Tuttavia, i prezzi del greggio hanno subito un calo sulla notizia poiché non sono stati forniti dettagli su come i tagli sarebbero stati distribuiti tra i membri né su come il taglio delle esportazioni di 300.000 bpd della Russia avrebbe influenzato i nuovi totali. L'OPEC+ ha dichiarato che i dettagli finali del nuovo accordo, compresi i livelli di produzione nazionali, sarebbero stati annunciati individualmente da ciascun paese, piuttosto che nel consueto comunicato OPEC+. Il mercato è rimasto deluso dal fatto che i tagli extra alla produzione di greggio dell'OPEC saranno annunciati da ciascun paese individualmente, il che suggerisce che i tagli potrebbero essere solo volontari ed ecco la ragione del crollo del prezzo del petrolio a valle dell'annuncio. L'Arabia Saudita ha dichiarato lo scorso giovedì che manterrà il suo taglio unilaterale della produzione di greggio di 1,0 milioni di bpd per il primo trimestre del 2024.
Aggiornamento del 4 Dicembre 2023
Nelle ultime settimane, il prezzo del petrolio - WTI West Texas Intermediate - ha mostrato un andamento al ribasso nonostante i tagli alla produzione annunciati dall'OPEC+ lo scorso 30 Novembre. La decisione dell'organizzazione di ridurre la produzione di 900.000 barili al giorno non è riuscita a invertire la tendenza negativa, in parte a causa della cattiva comunicazione emersa durante l'incontro OPEC+. I tagli alla produzione sono su base volontaria e l'Angola, ad esempio, ha già annunciato che non attuerà tagli alla produzione di greggio.
La persistente mancanza di ripresa dell'economia cinese, e la produzione record di petrolio degli Stati Uniti che nella settimana del 24 Novembre ha raggiunto il livello record di 13.2 milioni di barili al giorno, non hanno fornito supporto al prezzo e nella tarda mattinata di New York, il future front month del WTI sta scambiando a $73.32 al barile e la tendenza è al ribasso.
Negli ultimi mesi è salita significativamente la percentuale di trading algoritmico, che ora costituisce quasi il 60% delle transazioni petrolifere. Questo tecnica di trading amplifica di molto le sia tendenze al ribasso che quelle al rialzo accelerando i movimenti di prezzo e la volatilità, e, nella situazione di mercato attuale, il calo del prezzo del WTI.
Aggiornamento del 19 Novembre 2023
Il mercato rimane incerto e non c'è una chiara tendenza di fondo anche se al momento in cui scriviamo il sentimento è decisamente ribassista.
Sul fronte della domanda di petrolio le variabili da considerare sono:
Sul fronte dell'offerta di petrolio le variabili da considerare sono:
Due variabili di lungo periodo che possono influenzare l'andamento del prezzo del petrolio:
Aggiornamento del 27 Giugno 2023
'andamento del prezzo del petrolio mostra forti incertezze e non è chiaro quale direzione prenderà la quotazione del petrolio di qui ai prossimi mesi. Al momento in cui scriviamo questo articolo il prezzo del petrolio WTI West Texas Intermediate è sceso al di sotto dei $69 al barile [future per scadenza a Luglio 2023]
Il mercato del petrolio si dibatte tra le incertezze sulla domanda generate dalla previsione di una recessione economica a livello mondiale, e il timore che l'offerta si riveli insufficiente di qui ai prossimi mesi a motivo dei tagli di produzione operati dall'OPEC+ e della riduzione delle attività di estrazione petrolifera in America. Le attività di perforazione per l'estrazione di petrolio e gas negli Stati Uniti si stanno infatti riducendo e il numero di piattaforme è in calo da settimane con l'ultimo Dallas Fed Energy Survey mostra un ulteriore indebolimento dell'attività. C'è chi dice che ciò porterà a una diminuzione dell'offerta, che a sua volta spingerà i prezzi al rialzo. Altri rimangono cauti e guardano invece all'andamento della domanda che potrebbe rimanere debole e mantenere i prezzi al livello attuale.
Più in generale, è ormai un dato di fatto che la crescita della produzione non sia una delle priorità tra gli operatori americani del settore petrolifero. Ma non si tratta solo di crescita della produzione, i perforatori stanno effettivamente riducendo l'attività di perforazione. L'attività di perforazione petrolifera e del gas negli Stati Uniti è in declino da sette settimane consecutive, secondo i rapporti settimanali di Baker Hughes. Reuters sottolinea che è il livello più basso da aprile 2022. Ovviamente quando l'attività di perforazione si riduce è lecito aspettarsi un'offerta più ridotta, il che dovrebbe influire positivamente sul prezzo del petrolio. A meno che anche la domanda non sia in calo continuo, il che rende la situazione più complicata del solito.
"La recente riduzione della produzione dell'Arabia Saudita di 1 milione di barili al giorno prevista partire a Luglio e la riduzione nell'attività di estrazione da parte dei paesi OPEC già attuata lo scorso Maggio non sono riuscite a far aumentare i prezzi del petrolio. A mio parere, ciò indica una debole domanda mondiale in recessione", ha affermato uno degli intervistati nel sondaggio del Dallas Fed Energy Survey. Lo stesso ha poi aggiunto che "la crescita nei consumi prevista negli Stati Uniti quest'anno di circa l'1,2% indica una lenta domanda interna, oltre a un aumento previsto della produzione di petrolio in America di circa 600.000 barili al giorno entro la fine dell'anno, arrivando ad un livello di produzione totale di 12,75 milioni di barili al giorno. Queste aspettative indicano una continua pressione al ribasso sui prezzi del West Texas Intermediate".
La domanda di petrolio proveniente dalla Cina è naturalmente al centro dell'attenzione, ma non c'è certezza su quale sarà la sua evoluzione per il resto dell'anno, nonostante sia aumentata costantemente e abbia raggiunto livelli record finora. Sembra che questo non sia sufficiente a spingere al rialzo i prezzi del petrolio. Anche il ruolo giocato dalla Russia sul mercato del petrolio sta diventando un elemento di rottura. Oggi [27 Giugno 2023] ad esempio il prezzo del petrolio [front month WTI] è crollato di $1.50/bbl sulla scia della notizia che la Russia vende a Cina e India a circa $62/$63 al barile mentre il cap imposto da Europa e Stati Uniti è di $65-$70 al barile. Sembrerebbe inoltre che la Russia abbia spodestato l'Arabia Saudita come primo fornitore di petrolio alla Cina.
La politica monetaria della Fed gioca un ruolo centrale sull'andamento del prezzo del petrolio. Tutti gli occhi sono poi puntati sulle banche centrali e in particolare sulla Federal Reserve, che da mesi cerca di gestire un'impennata dell'inflazione che inizialmente era stata definita transitoria, poi riconosciuta come un problema e solo successivamente affrontata. Nel suo ultimo aggiornamento, Jerome Powell, Governatore della Fed, ha dichiarato che la banca centrale americana aveva pianificato almeno altri due aumenti dei tassi di interesse entro la fine dell'anno. Ulteriori aumenti dei tassi avrebbero un impatto sui costi del settore petrolifero e del gas, e influenzerebbero la domanda a causa dell'effetto positivo che gli aumenti hanno sul dollaro e dell'effetto negativo che hanno sul reddito disponibile e quindi sulla spesa dei consumatori.
Ma non è solo la Fed. La scorsa settimana [Giugno 2023] i prezzi del petrolio sono scesi del 4% dopo che la Banca d'Inghilterra ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base, una aumento dei tassi più alto del previsto. La dimensione sorprendente dell'aumento ha suscitato preoccupazione immediata sulla domanda di carburante nel paese e sulle prospettive dell'economia nel suo complesso, poiché questo è il tredicesimo aumento consecutivo dei tassi che la Banca d'Inghilterra sta attuando.
Oltre alla politica monetaria, l'ambiente normativo negli Stati Uniti è un altro fattore che influisce sul prezzo del WTI in modo cruciale, con un governo federale che sostiene apertamente le fonti di energia alternative ponendole come prioritarie rispetto al petrolio e al gas in modo abbastanza categorico. Questo indebolisce ulteriormente qualsiasi piano di investimenti per aumentare la produzione di petrolio e di gas in futuro.
Per riassumere: la situazione dell'offerta di petrolio dovrebbe destare preoccupazione, con i tagli recenti dell'OPEC e la prudenza degli operatori petroliferi statunitensi. Tuttavia, la situazione della domanda è altrettanto preoccupante a causa delle persistenti paure di recessione alimentate dalle politiche monetarie delle banche centrali. Finché questa situazione continuerà, il prezzo del petrolio probabilmente rimarranno all'interno di un intervallo stabilito.
Temi trattati: Politica monetaria FED - Tassi di interesse in America - Manovra economica espansiva - Riduzione tasse sulle società - Previsioni sul cambio Euro Dollaro
È davvero possibile una recessione in America? Siamo già in recessione?
Cambiamenti tecnologici nell'industria estrattiva di petrolio e gas naturale negli Stati Uniti d'America stanno già definendo cambiamenti strutturali nelle politiche energetiche mondiali
L'indipendenza energetica degli Stati Uniti e le implicazioni di politica estera degli USA
Gli aggiornamenti ed i commenti di ExportUSA sull'andamento e le prospettive dell'economia USA