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Aggiornamento del 4 Dicembre 2023
Il settore italiano delle Macchine Utensili raggiunge livelli record nel 2022 e punta a esportare al livello pre-covid nel 2° semestre 2023 Il settore italiano delle macchine utensili, dei robot e dell'automazione ha registrato performance eccezionali nel 2022, secondo i dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE
Nel corso dell'anno passato, la produzione italiana di macchine utensili, robot e automazione ha raggiunto un valore di 7.280 milioni di euro, segnando un aumento del 15% rispetto al 2021.
Le esportazioni nel 2022 hanno raggiunto i 3.468 milioni di euro (+8,5% rispetto all'anno precedente), con i principali mercati di sbocco con gli Stati Uniti (482 milioni, +43,5%) al primo posto, seguiti da Germania (306 milioni, -13,3%), la Cina (226 milioni, -0,7%), la Francia (193 milioni, +9,6%), e altri.
Per il 2023, nonostante un rallentamento nella raccolta degli ordini nel primo semestre, si prevede che l'industria registri nuovi successi.
Le esportazioni dovrebbero crescere a 3.595 milioni (+3,7%), tornando ai livelli pre-covid. I principali mercati di sbocco nel 2023 vedranno ancora gli Stati Uniti come principale mercato di destinazione, secondo i dati elaborati da UCIMU.
Aggiornamento precedente: 21 luglio 2021
Nonostante nel 2020 l’industria italiana di macchine utensili, robot, e automazione abbia registrato un pesante calo in tutti i principali indicatori economici, fin dai primi mesi del 2021 si è iniziata a registrare una buona ripresa sia in Italia che all’estero.
È quanto illustrato da Barbara Colombo, presidente di Ucimu, l’Unione nazionale dei costruttori di macchine per l’industria, in occasione della presentazione di Emo Milano 2021 la manifestazione mondiale dedicata al mondo della lavorazione dei metalli, in programma a Fieramilano Rho dal 4 al 9 ottobre. Manutenzione predittiva, soluzioni per la fabbrica interconnessa e digitale assistenza da remoto, sensorizzazione, data analisi, robotica collaborativa, automazione,IA saranno alcuni dei temi tecnologici protagonisti degli stand di Fieramilano Rho che, per l’occasione, verrà trasformata nella più grande fabbrica digitale mai allestita all’interno di un quartiere fieristico.
Secondo le elaborazioni del Centro studi & cultura di Impresa dell’associazione dei costruttori Ucimu, nel 2020, la produzione di macchine utensili robot e automazione, si è attestata a 5.182 milioni di euro, registrando un calo del 20% rispetto al 2019. Il risultato è dipeso sia dalla riduzione delle consegne dei costruttori sul mercato interno, scese del 20% a 2.321 milioni, sia dal calo dell’export che si è attestato a 2.861 milioni di euro, oltre il 20% in meno rispetto all’anno precedente. Tra i principali mercati di sbocco si confermano gli Stati Uniti (374 milioni -11%), Germania (289 milioni, -23%), Cina (224 milioni, -26%), Francia (158 milioni -32%), Russia (100 milioni, -16%) e Spagna (95 milioni, -34%). Unico paese in controtendenza è la Turchia che registra un +29%. Per il 2021, la produzione di macchine utensili, robot e automazione dovrebbe invece crescere, di quasi l’11%, a 5 miliardi di euro. L’export dovrebbe superare i 3 miliardi, pari al 9% in più dell’anno precedente.
Anche il consumo dovrebbe essere con il segno + sfiorando i 4 miliardi, pari al 10% in più rispetto al 2020. La vivacità della domanda italiana farà così da traino per le consegne dei costruttori, attese in crescita a 2,6 miliardi (+12%), e per le importazioni che dovrebbero attestarsi a 1,3 miliardi (+7%). «Per comprendere il clima di fiducia di questi primi mesi dell’anno, basta vedere l’indice degli ordini del primo semestre 2021 — spiega Colombo —. Abbiamo registrato un incremento dell’88%. Un risultato determinato dai buoni riscontri raccolti dai costruttori sia sul mercato interno che estero. In particolare, gli ordini interni sono cresciuti del 238% rispetto al periodo gennaio-giugno 2020; gli ordini esteri hanno invece registrato un incremento del 57% rispetto al primo semestre 2020».
Queste rilevazioni, decisamente positive, sottolineano il clima di ritrovata fiducia delle imprese italiane. Bisogna però sottolineare che se gli incrementi appaiono così importanti rispetto al 2020, è perché c’è stata una riduzione delle attività dovute alla pandemia e un mese intero (aprile) di totale blocco. «I dati ben raccontano gli effetti di questa gravissima e inaspettata crisi sanitaria ma è evidente che l’anno si sia chiuso con risultati al di sopra delle nostre aspettative — prosegue la presidente — Il calo della produzione, che siamo riusciti a contenere ci ha permesso di fare meglio dei nostri competitor, quali Germania e Giappone. Il 2021 appare di tenore completamente diverso: c’è un clima di fiducia che cresce e si consolida di mese in mese».
Comunicato stampa UCIMU a firma "Ba.Mill."
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