Previsioni sugli sviluppi della catena di approvvigionamento degli Stati Uniti
Aggiornamento del 18 Marzo 2022
La Casa Bianca lancia un programma sperimentale per rendere logistica e trasporti degli USA ancora più competitivi
Il governo americano sta prendendo provvedimenti per decongestionare le catene di approvvigionamento che la pandemia ha danneggiato. Il 15 marzo l'amministrazione Biden ha annunciato un programma sperimentale in base al quale le principali società del settore logistico USA potranno condividere i loro dati commerciali e velocizzare la circolazione delle merci. L'iniziativa, denominata Freight Logistics Optimization Works (FLOW), coinvolge 18 società tra cui UPS, FedEx, il porto di Los Angeles e molte altre società di trasporti.
Si tratta dei primi passi di una strategia di crescita che dovrebbe concludersi con il rinnovo delle infrastrutture chiave per il settore della logistica degli Stati Uniti. Del resto, l'ondata di merci che arrivano sul mercato americano dovrebbe protrarsi a ritmi record per almeno dieci anni: gli Stati Uniti devono rispondere a questo trend di crescita costruendo una catena di approvvigionamento che sia all'altezza della situazione attuale.
Nel 2022, infatti, la spesa dei consumatori americani aumenterà, con i punti vendita fisici e gli ecommerce destinati a vivere una crescita mai vista prima. Inoltre, i porti USA riceveranno almeno 17 miliardi di finanziamenti per risolvere i colli di bottiglia e i problemi strutturali dei siti.
Articolo originario del 05/11/2021
La crisi della supply chain è un'opportunità per le aziende italiane che vogliono spedire e vendere negli Stati Uniti
Il Presidente Biden ha annunciato nuove misure nazionali per creare resilienza nella catena di approvvigionamento USA
Il vertice del presidente si basa sulle recenti azioni dell’amministrazione Biden-Harris, tra cui l’espansione degli orari di apertura dei porti occidentali degli Stati Uniti
Il ritorno all’efficienza della supply chain globale è stato la priorità assoluta dell’amministrazione Biden sin dal primo giorno. Oggi, il presidente ha chiesto un maggiore coordinamento tra l’Italia e i principali partner commerciali degli Stati Uniti per garantire che le merci continuino a raggiungere le imprese attive sul mercato USA e i consumatori americani.
Sebbene le interruzioni della catena di approvvigionamento restino il maggiore effetto collaterale della pandemia di Covid, queste segnalano allo stesso tempo una rapida ripresa della domanda dei consumatori negli Stati Uniti dopo una delle più profonde recessioni mai registrate in America.
La catena logistica USA sta muovendo volumi record di merci
Con l’attenuarsi della pandemia si prevede da parte dei consumatori americani un calo della spesa per i beni e un aumento delle spese in servizi. Questo “rimescolamento” della spesa dei cittadini degli USA sarà fondamentale per riportare l’efficienza della supply chain ai livelli pre-pandemia. Gli Stati Uniti sono stati protagonisti di una ripresa storicamente molto forte. Ecco alcuni dati della ripresa USA [Fonte: White House]:
- +5 milioni di posti di lavoro;
- Tasso di disoccupazione <5%;
- -2.5 milioni di persone che necessitano del sussidio di disoccupazione;
- Insicurezza alimentare diminuita del 40% circa.
Come risultato di questa ripresa le famiglie americane hanno riportato la loro spesa complessiva in linea con i trend pre-pandemici. È la composizione di tale spesa che risulta molto diversa dal solito. Da quando la pandemia è esplosa gli acquisti dei consumatori americani di beni come mobili, elettrodomestici e cibo hanno superato qualsiasi record mentre la spesa per i servizi (es. assistenza sanitaria, vacanze) non è ancora tornati ai livelli pre-Covid. Con l’attenuarsi della pandemia la prima diminuirà mentre la seconda aumenterà, riducendo in modo sostanziale i problemi di approvvigionamento dei beni.
Secondo i dati diffusi dalla Task Force della Casa Bianca i magazzini delle catene di distribuzione al dettaglio negli USA sono agli stessi livelli pre-pandemia. È la prova che i toni apocalittici che si leggono sui giornali sono irrazionali: l’impatto negativo sui consumatori americani sarà minimo
La preoccupazione che l’attuale collo di bottiglia possa protrarsi c’è, eppure la realtà è molto meno drammatica di quanto sembra. I dati di riferimento dell’U.S. Census Bureau suggeriscono che nonostante i problemi all’interno della supply chain degli USA gli operatori americani stanno riuscendo a mantenere riforniti gli scaffali dei negozi, segno che gli Stati Uniti riescono a tenere testa anche alle crisi più impegnative.
Il settore della logistica USA resiste alle difficoltà
Il Presidente Biden ha lanciato un appello all’azione per incoraggiare ogni anello della supply chain a tenere in movimento il flusso delle merci verso gli Stati Uniti.
- Nell’ultima settimana, Union Pacific (una delle principali linee ferroviarie in partenza dal porto di Los Angeles) ha annunciato che gestirà la sua stazione portuale 24/7 e offrirà sconti ai clienti per ogni container spostato su rotaia;
- Il Dipartimento dei trasporti (USDOT) e lo Stato della California hanno annunciato una partnership da 5 miliardi di dollari per modernizzare la catena di movimentazione delle merci e identificare i siti statali utilizzabili come magazzini temporanei, consentendo ai camion di trasportare più merci. Ciò rafforzerà la capacità e la resilienza del principale hub di importazione ed esportazione degli Stati Uniti.
Il risultato di questi sforzi combinati sarà più spazio disponibile per lo stoccaggio e percorsi più rapidi per l’uscita e l’ingresso dei container nei porti. Queste strategie rappresentano i primi passi per rendere la supply chain americana più forte di prima. Con più vagoni ferroviari in funzione c’è maggiore capacità di spostare le merci fuori dai porti, cancellare gli arretrati e abbattere le barriere che hanno reso difficile muovere grandi volumi di merci negli Stati Uniti.
In questo momento storico ci sono grandi opportunità per le aziende italiane che vogliono vendere in America
Dalle crisi nascono le migliori opportunità, specialmente quando ci si trova in posizioni privilegiate come quella dell’Italia. Con l’import dalla Cina sempre più caro e la carenza di energia elettrica e altre commodities essenziali, l’industria italiana ha davvero la possibilità di ritagliarsi una nuova dimensione sul mercato americano con i distributori, vendendo tutti quei prodotti di cui le aziende negli USA stanno sperimentando la carenza.
Insomma, i problemi interni alla Cina sono alla base di questa situazione unica e iperfavorevole per le aziende italiane specializzate in alcuni settori, primo fra tutti quello della meccanica: è il momento di convincere gli Stati Uniti a cambiare fornitori, questa finestra di possibilità non resterà aperta a lungo.