Interpretare e seguire le preferenze dei Food eVangelist può rappresentare una eccezionale opportunità di business per chi produce prodotti alimentari e vuole esportare e vendere negli Stati Uniti


Il “Food eVangelist” è un piccolo, ma se considerato globalmente potente gruppo che di fatto sta cambiando le abitudini alimentari soprattutto negli Stati Uniti. Per loro natura attenti alla qualita' dei cibi, i Food Evangelist stanno spostando le abitudini di consumo verso scelte alimentari che favoriscono i prodotti alimentari italiani negli Stati Uniti

Incidere nelle modalità con cui il cibo viene prodotto, imballato, venduto e consumato.
Ecco quanto emerge dallo studio dell’agenzia Ketchum su undici mercati attraverso il Nord America, Europa, Asia, America latina.

Globalmente, l’incidenza del Food eVangelist (un primo gruppo è stato identificato dalla Ketchum solo due anni fa) è cresciuta del 10% e ora rappresenta il 24% della popolazione.
I Food eVangelist sono molto attivi online: avviano e partecipano a conversazioni sui cibi, commentano, esprimono opinioni e giudizi, più volte alla settimana, su canali social e blog.
Per gli approfondimenti dedicano attenzione anche ai media tradizionali, come i programmi tv e la stampa.

Italia e Argentina sono i paesi nei quali l’incidenza di questo fenomeno è più marcato, visti gli incrementi nell’ultimo biennio: dal 37% al 43% in Italia e dal 29% al 33% in Argentina.
Negli Stati Uniti, l’incidenza è del 14%, pari a 45 milioni di persone, + 27% dal 2014.

I Food eVangelist sono diventati una dominante forza di mercato, incidendo sul modo di operare e comunicare dell’industria alimentare. Tuttavia i Food e-Vangelist non desiderano orientare le scelte altrui, non pianificano, non hanno un progetto di influenza delle opinioni altrui. Piuttosto, tendono ad informarsi, elaborano opinioni e rendono note le proprie decisioni.

Incidono in maniera sempre maggiore sui consumi all’interno delle proprie famiglie, determinando cosa sia opportuno consumare perché in linea con uno stile di vita salutare.

Dallo studio è emerso che i figli dei Food eVangelist hanno un ruolo attivo nella scelta dei prodotti alimentari consumati in famiglia (nel 49% dei casi) mentre un altro 39% afferma che i propri bambini fanno attenzione alle etichette e agli ingredienti esprimendo preferenze per i cibi organici o prodotti localmente, scartando (26%) quelli prodotti dalle industrie alimentari.


LA PREFERENZA PER IL CIBO LOCALE E BIO

Il food e-vangelist sta ridefinendo cosa significa mangiare sano, soprattutto negli Stati Uniti.  Non molto tempo fa, mangiare sano significava consumare una dieta bilanciata; oggi include anche fattori che specificano come e dove il cibo è prodotto, come gli animali sono nutriti e curati, e i valori dell’azienda.

L’aspetto più interessante è l’incremento della preferenza dei Food eVangelist per gli alimenti prodotti localmente, quelli definiti anche “a kilometro zero”.
Più della metà del campione intervistato negli Stati Uniti (precisamente il 66%) ripone maggior fiducia nella qualità degli alimenti venduti da un produttore locale piuttosto che dalla grande distribuzione commerciale, ed il 58% lo giudica perfino più salutare.

Queste preferenze per i cibi locali indicano che molti consumatori è preferibile una “etichetta” locale è preferibile, riflettendo l’opinione diffusa tra gli eVangelist, ovvero che “più semplice è meglio”: alimenti (non solo cibi ma anche bevande ed integratori) con semplici ingredienti, pochi o nessun conservante, senza ormoni, antibiotici e farmaci, geneticamente non modificati ed in generale; naturali (ottenuti senza ausilio tecnologico (raffinazione) e senza aver utilizzato fertilizzanti o pesticidi, quindi biologici.

Ulteriori indizi circa la preferenza per gli alimenti organici è il fatto che negli Stati Uniti tra il 2005 e il 2014, la vendita di alimenti bio è aumentata del 170% ed il trend è in continua crescita.

La buona notizia per la grande industria alimentare è che i Food eVangelist non pretendono la perfezione da loro, ma una maggiore trasparenza ed onestà, compiendo scelte che hanno come obbiettivo quello di rendere più consapevole il consumatore su ciò che gli viene venduto: origine degli ingredienti, modalità di preparazione e conservazione, ecc.

L’industria alimentare sta rispondendo agli input della Food e-Vangelist e si scorge qualche risultato positivo. Negli ultimi anni c’è stato un sostanziale rinnovamento: molti brand hanno annunciato cambiamenti nella formulazione di prodotti, lista degli ingredienti e approvvigionamento (fornitori di materie prime)

Articoli correlati

Icona del Made in Italy per prodotti italiani esportati in America
11 Novembre 2019

L'anno d'oro del Made in Italy negli Stati Uniti d'America

La performance del Made in Italy negli Stati Uniti d'America sta registrando un successo senza precedenti

vedi