La tassazione delle vendite online in America: Pagare la sales tax per le vendite su Amazon
Non è vero che siccome "Amazon non lavora esclusivamente per nessuno dei suoi venditori stranieri." Allora "il venditore straniero non è impegnato in un'attività commerciale negli Stati Uniti e non è soggetto all'imposta statunitense sul reddito derivante dalla vendita di prodotti negli USA."
Infatti ci sono altre circostanze che possono creare nexus sul mercato americano e che pertanto fanno sorgere l'obbligo di dover pagarele tasse in America per le vendite online [anche nel caso in cui la vendita venga fatta attraverso la società italiana.
Se le vendite sul mercato Americano diventano regolari e significative, potreste trovarvi nella situazione di dover pagare le tasse negli Stati Uniti. Anche senza stabile organizzazione negli Stati Uniti può essere che l'azienda italiana debba pagare le tasse in America per le vendite in ecommerce realizzate sul mercato americano.
Il principio fiscale americano a cui fare riferimento è quello dell'ETB. Ovvero: Engaged in Trade or Business
Nel caso di vendita con spedizione dall'Italia l'azienda italiana non crea una stabile organizzazione in America secondo la definizione dell'Art. 5 del trattato Italia America contro la doppia imposizione.
Le regola di Nexus a cui spesso ci si riferisce [normalmente: vendite annue nello stato per $200k oppure 200 ordini/anno spediti nello stato] è relativa ad un nuovo tipo di nexus [NEXUS ECONOMICO] che è balzato agli onori della cronaca dopo la sentenza del 21 Giugno 2018 della Corte Suprema degli Stati Uniti e che rileva ai fini della sales tax. Che non concerne l'azienda italiana perchè è Amazon che provvede a incassare e a versare trimestralmente la Sales Tax per conto del cliente in ognuno degli stati in cui è dovuta.
Molti Stati stanno adesso espandendo la regola del nexus economico ai fini della sales tax e la cominciano ad usare per determinare la applicabilità di altri tipi di tassazione, ad esempio la Franchise Tax.
Con la tassazione sul reddito le cose sono diverse però. Nel caso della tassazione sul reddito, la "The Interstate Income Act of 1959” [Public Law 86-272] impedisce agli stati di tassare il reddito a livello statale a meno che l’azienda non abbia una stabile organizzazione nello stato.
Addirittura, 86-272 impedisce agli stati di imporre tassazione sul reddito anche quando l’azienda ha una organizzazione di vendita nello stato formata da agenti plurimandatari purchè l’ordine sia spedito da ufficio/magazzino che si trova al di fuori dei confini dello stato.
Quello che invece rileva ai fini della tassazione sul reddito aziendale è il concetto di ETB [Engaged in Trade and Business] Di qui in poi la discussione si riferisce solo alla tasse sul reddito di impresa a livello Federale.
In nuce: se genero vendite ripetitive in America e se è mia intenzione vendere in America [e la decisione su questo aspetto è una questione di ciò che in America si dice “facts and circumstances”] allora la mia azienda è "engaged in trade or business in America" [ETB appunto]
Ne discende è che se sono "engaged in trade or business in America" allora devo determinare un ECI [Effectively Connected Income, un reddito tassabile se vogliamo, relativo alle vendite effettuate in America e su quello pagare le tasse in America.
Il concetto di ETB nella fiscalità americana è nato specificatamente allo scopo di determinare quando una società italiana [in questo caso] che vende in America con spedizioni fatte dall'Italia, e senza una stabile organizzazione in America, debba pagare le tasse in America.
Nelle vendite online, come determinare se la vendita avviene in America?
A sua volta, questa analisi serve a determinare se la vendita ha generato reddito tassabile in America oppure in Italia
L’ultimo passaggio logico, il più galvanizzante.., è quello di capire se una azienda che vende negli Stati Uniti attraverso un marketplace americano, con spedizioni dirette dall’Italia all'acquirente americano, stia vendendo in America oppure stia vendendo in Italia. E qui entriamo in un’area di frontiera ma dove il fisco americano si sta muovendo molto rapidamente.
In mancanza di esplicita pattuizione contrattuale che definisca quanto esattamente si trasferisce il “Title” [ovvero la proprietà della merce dal venditore al compratore] e se la vendita include anche la spedizione [come è il caso per le vendite online con Amamzon] allora il titolarità del bene si trasferisce nel momento in cui la cosa è consegnata al compratore. Ed il compratore, nel caso in esame, si trova negli Stati Uniti. Anche il perfezionamento della vendita avviene sul suolo americano:
- 1. Il marketplace [Amazon] è una società americana;
- 2. I server del marketplace si trovano in America;
- 3. Il payment processor è una società americana;
- 4. I server del payment processor si trovano in America;
- 5. Il clearing del pagamento viene fatto attraverso un soggetto finanziario americano con licenza ad operare rilasciata da agenzie governative americane;
- 6. Il registrar del dominio amazon.com è una società americana.
Poichè un server può fornire un servizio [vedasi https://casetext.com/case/xerox-corp-v-united-states] in questo caso la serie di attività che serve porre in essere attraverso Amazon per concludere la vendita:
- mostrare il prodotto al cliente,
- raccogliere in maniera inequivocabile il consenso all’acquisto,
- e incassare il pagamento
ci portano a concludere che l’azienda italiana, attraverso il negozio dedicato su Amazon, svolge consapevolmente una attività di vendita in America e quindi è Engaged in Trade or Business in America [ETB] anche se le spedizioni al cliente americano partono dall'Italia.
Come tale l’azienda è tenuta a fare la dichiarazione dei redditi e pagare le tasse in America, nella misura e nel modo appena descritto, sul reddito tassabile generato in America in connessione alle vendite effettuate [ricavi meno costi imputabili = reddito tassabile]
Il Form W8 BEN E non trova applicazione in questo contesto. Il Form 1099 potrebbe. Ma, senza un soggetto americano che a sua volta lo usa in sede di dichiarazione dei redditi americana per sostanziare i ricavi generati, il 1099 è un documento che rimane “pericolosamente” aperto.
La soluzione migliore per vendere in America
Spedire direttamente dall'Italia oppure aprire una succursale in America sono le soluzioni peggiori, vediamo invece quali sono le alternative
A questo punto le soluzioni sono due:
1. L’azienda italiana registra una sua succursale in America.
Questa mossa equivale ad un piccolo harakiri fiscale in quanto vorrebbe dire assoggettare la società italiana [anche] al potere ispettivo del fisco americano. Inoltre l’azienda Italiana è lei che vende direttamente e quindi assume lei direttamente la responsabilità patrimoniale per ogni obbligazione che dovesse sorgere in America [danni da prodotto ad esempio] Da notare che questo tipo di soluzione non comporta alcun vantaggio fiscale all’azienda Italiana perchè dopo aver pagato le tasse in America dovrebbe dichiarare in Italia gli utili tassabili generati dalle vendite in America, usare il credito di imposta relativamente alle tasse pagate in America per evitare la doppia imposizione, e pagare la differenza di imposte in Italia.
2. L’azienda italiana apre una sua società in America [una CFC, non una succursale]
Con questa soluzione la tassazione è del 21% flat a cui si associa la completa deducibilità dei costi [anche quelli sostenuto all’estero] I dividendi pagati a fine anno dalla filiale americana alla casa madre italiana sono poi esenti da tassazione in Italia nella misura del 95% [l’ipotesi è che l’azienda italiana sia una SRL oppure una SPA e che detenga il 100% della CFC americana]
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